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 2011  giugno 17 Venerdì calendario

QUANDO L’AUTOMOBILE HA EMANCIPATO LE DONNE

Nove giugno 1909, a New York piove a dirotto ma una piccola folla si assiepa intorno a un’automobile sulla Broadway Avenue. A bordo ci sono quattro donne bardate in ampi cappotti con i cappelli saldamente legati sotto il mento. Alice Ramsey, 22 anni, capelli corti scuri, dà un bacio a suo marito, gira la manovella che al tempo serviva a mettere in moto l’automobile e si mette alla guida. Passerà alla storia per essere stata la prima donna a guidare da una costa all’altra degli Stati Uniti, un viaggio di 3.800 chilometri su strade quasi tutte sterrate. Due anni prima, in Val di Susa, Ernestina Prola è la prima italiana a entrare in possesso della patente di guida. Sono due atti rivoluzionari in un mondo in cui la donna era ancora relegata alla cura della famiglia e della casa. Dovremo aspettare il 1919 per vedere riconosciuto il diritto di voto al sesso femminile negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Mentre la Francia e l’Italia ci arriveranno soltanto nel 1946. Ecco allora che l’automobile diventa un’opportunità per rompere le barriere di genere. Nonostante i primi veicoli a benzina fossero chiaramente pensati per gli uomini perché veloci, difficili da guidare e molto rumorosi. E nonostante i pregiudizi, duri a morire ancora oggi, sulle abilità alla guida del cosidetto «sesso debole» . Nel 1927 sul britannico New Statesman le automobiliste erano descritte così: «Non sono in possesso del sangue freddo necessario. Sono indecise, insicure, si preoccupano troppo e lasciano che le emozioni prendano il controllo del volante» . Nel 1932 Walter Pitkin in un libro molto popolare dal titolo Woman, the Economic Imbecile scriveva: «Le donne alla guida causano più incidenti degli uomini. Le loro capacità sono limitate ed è meglio che si dedichino ad attività semplici come stirare, spazzare e stirare» . Movimento è sinonimo di libertà. Le contadine americane l’hanno capito subito. Nel 1920 una coltivatrice risponde a un ispettore del ministero dell’Agricoltura che le chiede perché la sua famiglia abbia preferito comprare una macchina piuttosto che dotare la casa di un bagno interno: «Non si può andare in città con una vasca da bagno» dice netta. Ricche o benestanti, campagnole o cittadine, colte e meno colte, alle donne è chiaro sin dall’inizio che guidare è utile, necessario e anche, perché no, avventuroso. Durante la prima guerra mondiale sono loro a soccorrere molti soldati feriti portandoli in salvo a bordo delle automobili. Nel 1937 in Missouri il 35%delle ragazze di campagna ha già la patente e il 37%vuole prenderla. Negli anni l’emancipazione femminile ha anche completamente rivoluzionato l’idea di macchina: le automobiliste hanno chiesto al mercato modelli sempre più compatti, maneggevoli, pratici. Come fu la nuova Fiat 500 varata nel 1957, prezzo di listino 490mila lire. Negli anni 60 si vedevano le mamme stiparci dentro di tutto. E partire per le vacanze.
Monica Ricci Sargentini