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 2011  giugno 16 Giovedì calendario

L´INVENZIONE DI UN´EPICA

Nel 1998, per acquistare il pratone di Pontida, promosso a «sacro suolo della libertà», la Lega lanciò una sottoscrizione. Vennero quindi emessi degli appositi BTP, Buoni Terreno Pontida, secondo tre distinte pezzature da 20, 50 e 200 mila lire. La famiglia Bossi si assicurò i lotti dal 496 al 501. A memoria dei sottoscrittori, che ottennero una pergamena, era prevista l´erezione di una stele che ne avrebbe ricordato i nomi, ma in vista del giuramento, con il pretesto della liturgia si ripiegò su un semplice mucchio di sassi che dovevano evocare lo sforzo collettivo.
Però la Lega si era già impegnata per diversi miliardi e l’acquisto delle sacre zolle procedeva troppo a rilento, con il che innescando un pericoloso cortocircuito fra il denaro e i simboli. Fino a quando non intervenne l´assai disinvolto banchiere Fiorani, della Popolare di Lodi; e insomma, due anni dopo l´ideaccia dei BTP e la parallela e sciaguratissima avventura della banca padana Credieuronord, sorta per «liberarsi dal giogo di Roma», la Lega era di nuovo al governo con Berlusconi.
Vi arrivò, archiviata la tentazione separatista, in pieno trip mitico-identitario, ormai irriconoscibile dal rozzo, ma assai vitale movimento "po-po-la-no", come scandiva roco Bossi che fino alla metà degli anni ‘90 aveva galvanizzato la sua tribù facendo echeggiare nelle valli prealpine il primordiale slogan, e priapesco: "La Lega ce l´ha duro".
Perdonata dal Cavaliere per il ribaltone del 1994, e certamente aiutata a ripianare altri disastri di cooperative alimentari, villaggi turistici e sale Bingo, la Lega recò in dote all´immaginario politico della Seconda Repubblica il meno immaginabile armamentario di parole, riti, immagini e allegorie al servizio di un´entità dal più incerto valore storico e geografico: la Padania.
Furono così scoperti degli antenati, i celti. Così come da fonti disparate - esoteriche, druidiche o folcloristiche - venne presa in prestito e quindi assemblata non solo una tradizione, ma addirittura una mitologia che ruotava attorno al Po: donde non solo il nome affibbiato all´innocente quartogenito del leader, Eridanio, ma anche e soprattutto la cerimonia dell´ampolla sul Monviso e quella del suo spargimento nella laguna di Venezia.
Fu pure inventato un colore padano, il verde, cui intonare camicie paramilitari e civettuole pochette televisive; e dai primordi della civiltà rupestre, che pure animò i fondali dei congressi per l´opera indimenticabile del pittore Regianini, venne scovata come emblema, la ruota solare. Mentre per l´inno, il "Va pensiero" fu sottratto con destrezza al povero Verdi.
Sul pratone di Pontida, oltre al rogo di moduli Ici, andarono in scena anche promesse di matrimonio. Le nozze padane vere e proprie - pare di ricordare che a quelle di Calderoli lo sposo e i testimoni indossassero una specie di gonnellino tipo kilt - prevedevano il bracciale al posto della fede e l´idromele, al brindisi, invece dello spumante. Arrivarono quindi elezioni padane e dunque parlamento padano, sebbene itinerante e sospetto di morosità; e governo pure padano, intitolato "Sole" (delle Alpi), con sede a Venezia, poi devastata dai centri sociali.
Orsetti padani, nel frattempo, presepi padani, collezionisti padani di auto d´epoca. A un certo punto l´onorevole Borghezio invocò uno scisma invocando una chiesa padana. Fino all´altro giorno il concorso di Miss Padania è stato regolarmente inflitto ai telespettatori della Rai: certo per via del ritorno al governo, ma forse anche per la graziosa intercessione di Berlusconi, che di queste cose, com´è stranoto, se ne intende.