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 2011  giugno 16 Giovedì calendario

ARGENTERIA, ICONE SACRE E ACCAPPATOI LA LISTA ANEMONE DEI REGALI DI NATALE - PERUGIA

In principio fu il "Fagutale", mezzanino vista Colosseo. Ora siamo all´accappatoio in morbida spugna per gli «onorevoli ministri (Scajola e Lunardi)», per il «dott. Guido Bertolaso» e il «cardinale (Sepe)». Alla mantellina e alla vestaglia di seta per signora. Al ninnolo in argento, alle bottiglie d´olio, all´oggetto di arte sacra. È un pozzo senza fondo l´archivio informatico sequestrato al costruttore Diego Anemone, perno del sistema di corruzione che ha governato gli appalti per i Grandi Eventi. Prima, il database delle ristrutturazioni di favore (quelle che non paghi). Quindi, le annotazioni sui buoni uffici per entrare nel club degli inquilini di "Propaganda Fide". Poi, le evidenze degli appartamenti acquistati e abitati da proprietari inconsapevoli e la forsennata contabilità per soddisfare i bisogni di "clienti" e famigli di rango. Ora, i regali per le feste comandate. Una nuova lista. Utile, ancora una volta, a documentare lo spessore e la qualità delle relazioni intrecciate da un uomo che aveva accesso privilegiato ai palazzi del Potere e di cui il Potere ora finge di ricordare appena. Parliamo di oltre duecento nomi destinatari nel tempo (2002-2007) di regali per Natale e Pasqua. Ministri, uomini di vertice degli apparati della sicurezza, funzionari della Banca d´Italia (gli «amici - come lui stesso annota - Ernesto Canducci, Sauro Vitaletti, Maurizio Taio, Maria Grazia D´Orazi, Giuseppe Capitani e Anzeloni»), legali dell´Avvocatura di Stato, dirigenti della pubblica amministrazione, monsignori. Un documento che i pubblici ministeri Alessia Tavarnesi e Sergio Sottani hanno ritenuto di depositare ieri, in apertura del giudizio preliminare che deciderà del rinvio a giudizio di 19 indagati (l´udienza è stata aggiornata al 4 luglio) e che, il 21 giugno, si pronuncerà sulla richiesta di patteggiamento per «violazione del segreto di ufficio» dell´ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro (8 mesi di reclusione) e di suo figlio Camillo (6 mesi). «Un documento rilevante - per dirla con le parole di un investigatore - non tanto perché ricevere un regalo a Natale o a Pasqua prefiguri necessariamente un atto di corruzione, per carità. Ma per la qualità e il significato di alcuni regali rispetto ad altri».
Già, perché non tutti i beneficiati dalle strenne di Anemone godono della stessa generosità. Se l´allora capo della Polizia Gianni De Gennaro o i generali Roberto Speciale e Paolo Poletti, allora comandante generale e capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, trovavano sotto l´albero una piccola icona sacra (crocifissi e madonnine in legno) o un cesto con olio d´oliva dei poderi del costruttore, se Augusto Minzolini (oggi direttore del Tg1, al tempo alla "Stampa") e molti come lui (l´allora vice capo della Polizia Antonio Manganelli) si ritrovano tra le mani un innocuo «libro», altri, come Gaetano Blandini (direttore generale per il cinema del Ministero dei Beni culturali), Mauro Leone o il generale Francesco Pittorru (ex Aisi) meritano un pezzo di argenteria della bottega "Anatriello" di via Bocca di Leone.
Si dirà, poca cosa. E forse lo sono (per il costo) anche gli 11 accappatoi acquistati da "Cesari" in via del Babuino, le due vestaglie e la mantellina che, come documenta uno dei file excel dell´archivio, definiscono il perimetro dei beneficiati di prima fascia. Guido Bertolaso («accappatoio») e sua moglie («vestaglia»). Pietro Lunardi, «onorevole ministro» («accappatoio»). Claudio Scajola «illustre onorevole» («accappatoio per lui e moglie»). Giancarlo Leone, dirigente Rai («accappatoio per lui e moglie»). Monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni («accappatoio più cesto»). Monsignor Leone Sandri («accappatoio più mantella per sorella»). «Cardinal Sepe» («accappatoio»). La moglie del generale Pittorru («vestaglia»). Epperò, chiosa un investigatore, «regalare un accappatoio è indizio di un´intimità, di un rapporto di consuetudine, che non è esattamente la caratteristica del regalo di cortesia». Anche per questo, la lista delle strenne di Anemone prenderà nei prossimi giorni la strada del procuratore aggiunto di Roma Alberto Caperna, il magistrato che ha in mano il destino processuale dell´«illustre onorevole» Claudio Scajola.