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 2011  giugno 16 Giovedì calendario

L’AMERICA DEGLI ULTIMI DOVE OGGI SI VIVE MENO A LUNGO DI IERI —

Prima della classe in armamenti, progressi scientifici e libertà individuali; ultima, tra le democrazie occidentali, nel campo della salute. A puntare il dito contro un’America dalle mille contraddizioni è lo studio, pubblicato ieri sulla rivista scientifica Population Health Metrics, secondo cui in una vasta area degli Stati Uniti che va dal West Virginia fino al profondo Sud passando per i Monti Appalachiani e il Nord del Texas, l’aspettativa di vita è diminuita negli ultimi anni al punto che le bambine nate oggi rischiano di vivere meno delle loro madri. I fautori della riforma sanitaria si sentono così vendicati da una ricerca realizzata nel ventennio 1987-2007, prima cioè dell’insediamento alla Casa Bianca del presidente Obama che ha fatto della sanità uno dei suoi cavalli di battaglia, nonostante il braccio di ferro con il Partito repubblicano, deciso a far naufragare la riforma e a mantenere lo status quo. Eppure il costo dell’attuale modello sanitario privatizzato— con 46milioni di americani privi di assicurazione medica — è devastante. Anche se a livello nazionale gli americani oggi vivono di più rispetto al passato, in Stati quali Mississippi, Arkansas, Kentucky, Tennessee, Oklahoma, Alabama e Louisiana si assiste a una progressiva diminuzione dell’aspettativa di vita. «Soprattutto tra le donne — precisa il responsabile della ricerca Christopher Murray— che fumano di più e tendono ad essere sovrappeso» . «Nel 1997 l’aspettativa di vita in tutti gli Stati Uniti era di 73,7 anni per gli uomini e 79,6 anni per le donne — recita lo studio — mentre nel 2007 si è passati a 75,6 anni per gli uomini e a 80,8 anni per le donne» . Ma uno Stato come il Mississippi, dove il tasso di obesità è alle stelle, si colloca addirittura dietro Paesi quali Honduras, El Salvador e Perù, con un’aspettativa di vita per gli uomini di soli 67 anni, contro 74 anni delle donne. Il record appartiene però alla contea di Holmes, in Missouri, dove gli uomini in media non arrivano al loro 66esimo compleanno e le donne al loro 74esimo. Secondo i dati pubblicati dalla Cia nel suo «World Factbook» , il divario nel 2011 sarebbe addirittura aumentato. Francia, Spagna, Italia, Israele, Germania, Gran Bretagna oggi hanno aspettative di vita nettamente superiori agli Stati Uniti, distanziati nella classifica anche da Grecia ma quasi raggiunti da Cuba, Cile e Libia, nonostante spendano in cure mediche 50 volte più dei Paesi europei. Nonostante gli afro-americani vivano più a lungo rispetto al passato, la loro aspettativa di vita è notevolmente inferiore a quella dei bianchi. A essere maggiormente penalizzata è la popolazione delle aree rurali e povere del Sud e di centri urbani ad alto tasso di disoccupazione come Philadelphia e Saint Louis, privi di strutture sanitarie adeguate. A sorpresa, lo studio rivela che le comunità con una larga percentuale d’immigrati latinos, quali il Sud della California, nonostante le precarie condizioni economiche, registrano un miglioramento delle condizioni di salute. «La città di Los Angeles dimostra la veridicità del cosiddetto "paradosso ispanico"— spiega Carmen Nevarez, ex presidente dell’associazione American Public Health— il fenomeno secondo il quale i circa dieci milioni di immigrati residenti nella zona, a parità di bassi introiti, hanno generalmente condizioni di salute migliori rispetto agli americani, grazie anche alla loro attività di braccianti e al loro stile di vita all’aperto» .
Alessandra Farkas