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 2011  giugno 16 Giovedì calendario

ORA BECCHIAMOCI LA BOLLETTA ENEL RECORD


L’Italia ha rinunciato al nucleare con il voto di domenica e lunedì. In cambio si prenderà una indimenticabile stangata sul fronte dei costi per elettricità e trasporti. Come avverte il presidente dell’Unione Petrolifera, Pasquale De Vita la bolletta energetica per il 2011 raggiungerà il record assoluto di 63 miliardi. Verrà demolito il precedente primato di 59,9 milioni segnato nel 2008. Una punta non più eguagliata a causa della crisi economica e la gelata dei consumi. Ai primi segni della ripresa economica la fattura energetica è tornata a farsi pesante. Ben oltre le più pessimistiche previsioni.
All’inizio dell’anno, infatti, le stime si fermavano intorno ai 60 miliardi. Poi l’andamento delle valute, la crescita del prezzo del petrolio e la speculazione hanno spostato in alto il pennino dei costi fino al record attuale. Dai calcoli dell’Unione Petrolifera viene fuori che spendiamo circa tre euro ogni cento di ricchezza nazionale (Pil) per scaldarci, muoverci e accendere la luce. Un bel salasso che il nucleare avrebbe contribuito a contenere. Sicuramente in termini di costi. Ma anche per l’inquinamento e indipendenza delle fonti energetiche. Invece l’Italia, tanto più dopo il referendum, è rimasta attaccata a gas e petrolio.
L’alternativa del sole o del vento è, per il momento, un’assoluta illusione. Gli ottanta miliardi di incentivi spesi solo negli ultimi anni hanno prodotto risultati marginali. Appena il 2% del fabbisogno nazionale è coperto da eolico e fotovoltaico. Gli ecologisti più estremi, per mostrare il successo delle loro battaglie, dicono invece che le rinnovabili coprono il 20% dei consumi nazionali. Dimenticando, però, di ricordare che, per la massima parte, si tratta di produzione idroelettrica che esisteva ben prima delle crociate verdi.
L’Italia ha rifiutato il nucleare ma, senza grandi problemi, acquista elettricità francese realizzata con l’atomo. Ma soprattutto continua ad arricchire gli sceicchi. Secondo le previsioni del presidente De Vita a fine anno la sola fattura petrolifera raggiungerà la soglia record di 36 miliardi. Vuol dire che, come al solito, circa la metà dell’intera bolletta energetica è rappresentata dai bonifici che inviamo agli sceicchi perché, spedendoci l’oro nero, non ci lascino a piedi o a secco.
Su questo fronte la situazione è destinata a peggiorare. Lo confermano i recenti aumenti del prezzo della benzina pur in presenza di quotazioni del greggio sostanzialmente stabili.
Come ogni anno alla vigilia dei grandi esodi estivi le quotazioni alla pompa cominciano a gonfiarsi rendendo ancora più costose le vacanze. Adesso partirà il solito balletto di recriminazioni che culminerà con il consueto, quanto inutile, vertice ministeriale.
In ogni caso il sistema industriale, dopo il referendum, ha messo le vele al vento. Guidalberto Guidi, presidente di Anie (elettronica ed elettrotecnica) ha auspicato la nascita tempestiva di un nuovo piano energetico che punti sul solare. Un settore sempre più importante visto che, l’anno scorso, l’intera filiera ha fatturato 14 miliardi. «Per la prima volta spiega Guidi anche sull’energia si torna a parlare di un progetto unitario a livello di Paese».
Fioriscono anche le iniziative per il risparmio energetico. Per esempio l’Umpi, azienda specializzata nel settore ha raggiunto un accordo con il comune di Barletta per tagliare i costi dell’illuminazione pubblica.

Nino Sunseri