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 2011  giugno 16 Giovedì calendario

Il marito, la moglie e un delitto Doppia trappola su Facebook - Angela Voelkert, con il suo faccino dispettoso e il sorriso nascosto in un groviglio di capelli, s’era convinta d’aver incastrato il marito

Il marito, la moglie e un delitto Doppia trappola su Facebook - Angela Voelkert, con il suo faccino dispettoso e il sorriso nascosto in un groviglio di capelli, s’era convinta d’aver incastrato il marito. Un giorno che non sapeva che cosa fare nella sua casa col giardino di South Bend, Indiana, aveva finto d’essere una minorenne e l’aveva agganciato su Facebook. Lui le aveva candidamente confessato di voler uccidere la moglie chiedendole persino di cercargli un killer: «Con diecimila dollari troviamo uno che le ficca un candelotto di dinamite dove dico io...». Ma si può chiedere aiuto a una sconosciuta per uccidere la moglie? E’ che su Facebook si può tutto, perché tutto è vero e tutto è finto, e in un social network, in fondo, è come se parlassimo solo con noi stessi attraverso un computer, che forse ci unisce al mondo o forse ci separa. Angela prese tempo spaventata: «Domani ti faccio sapere», gli disse. Poi andò dalla polizia e lo fece arrestare. Ma quando hanno preso David Voelkert, hanno scoperto che era lui che ingannava lei. E non viceversa. «Sapevo che era mia moglie e volevo incastrarla». Sempre che sia vero, visto che la polizia avrebbe trovato più di una prova contro di lui. Ma non cercate la verità: su Facebook può essere una finzione. La cosa terribile, invece, è quando la vita diventa come Facebook, un grande palcoscenico dove tutto si confonde. La storia maledetta di South Bend racconta questa verità impossibile. Qualcuno la metterà in un film, ma nei giorni in cui in Italia internet ha battuto la televisione decidendo un referendum, viene da chiedersi qual è la cosa che di questa storia conta di più. L’intrigo della realtà o quello di Facebook? Angela e David Voelkert sono una coppia normale. Sono sposati da dieci anni e il loro matrimonio negli ultimi tempi è andato in crisi. Hanno deciso di separarsi e il divorzio è diventato una guerra senza esclusione di colpi. Lui è molto affezionato ai due figli e ha paura che lei glieli porti via. Angela è convinta che David abbia un’amante e pensa che se riesce a provarlo, il giudice le farà avere tutto quello che vuole. Così un giorno guardando fuori dalla finestra, l’insegna mezza stinta di un negozio, una strada vuota e le quinte di una vecchia città industriale fondata da pionieri polacchi quando c’erano i pellerossa e costruivano la ferrovia, Angela decide di inventare un profilo su Facebook per spiare il marito. Si mette il nome di Jessica Studebaker, proprio come si chiamava la grande fabbrica di South Bend che chiuse negli Anni 60, prima della crisi. Scrive di avere 17 anni e di frequentare un liceo malfamato della città. Fa in fretta ad agganciare David. Lui, David Voelkert è un venditore di video e audio attrezzature, un negozietto in centro. South Bend, contea di Saint Joseph river, Indiana, è uno di quei posti dell’America profonda dove la gente passa la falciatrice sui prati in maglietta e pantaloncini guardandosi un cielo più grande di quello che vediamo noi, come se fosse nient’altro che lo specchio della terra che abitano, piazzato proprio a metà sulla linea ferroviaria che taglia le pianure fra Detroit e Chicago. Angela Voelkert ha 29 anni, lui 38. Quando cominciano a chattare, dopo un po’ che entrano in confidenza (un giorno, due giorni: basta niente su Fb), lui confessa di odiare sua moglie e lei gli chiede se ha un’amante. E’ per quello che si finge Jessica. David risponde: «No, nessun’altra. Ma non posso permetterle di separarmi dai miei figli. Per questo sto cercando qualcuno che le metta un candelotto di dinamite nel c... Ormai non ne posso più. E’ che mi sono fatto della sua m...». Angela comincia a cambiare strategia per capire se quella minaccia è reale o finta. Niente più domande sull’amante. Gli chiede del progetto. E lui una volta dice: «Non sarà difficile. Ho già piazzato un satelittare Gps sulla sua auto così posso sapere in ogni momento dove si trova. Nessuno potrà risalire a me se una banda di teppistelli la farà fuori». Pochi giorni dopo diventa ancora più preciso: «Vorrei trovare qualcuno che si prenda cura di Angela. Lo si potrebbe trovare nella tua scuola uno disposto a metterle un tappo nel c... per diecimila dollari. Poi sono libero e posso andare via tranquillo con i miei figli». Angela sta al gioco sempre più spaventata. In questo miscuglio di finzioni, chissà che cosa si sente davvero, se la complice dell’assassino o la sua vittima. Lui la tampina: «Allora, non conosci nessuno?». Lei gli dice: «Adesso mi informo. Domani ti scrivo qualcosa». Invece, esce e va dalla polizia. Gli agenti ascoltano sospettosi. Cercano una prova. Le passano al setaccio la macchina e trovano davvero il Gps nascosto. Allora vanno e arrestano David. E’ un mercoledì quando varca le porte del carcere. Tre giorni dopo il suo avvocato consegna agli inquirenti una busta sigillata. Dentro c’è una dichiarazione fatta da David Voelkert in presenza di un testimone, un parente. Dice che lui sa benissimo che Jessica Studebaker su Facebook è la sua ex moglie, «che cerca di distruggere la mia vita». C’è scritto che «in nessun modo ho intenzione di partire con i miei figli e non voglio assolutamente far del male a Angela Down Voelkert». La odia ma non la uccide. Il giudice ci pensa un giorno e lo lascia libero. David pagherà solo una multa per violazione della privacy. Però, gli agenti non sono tanto convinti. Il satellitare nella macchina l’aveva piazzato davvero come diceva a Jessica, e soprattutto gli hanno trovato a casa i candelotti di dinamite per farla saltare in aria. Uno di loro, Oney Philip Bain, dice semplicemente che «la verità è ancora tutta da scoprire». A South Bend, David ha già riaperto il negozio. Angela ha sempre il computer davanti alla finestra. Fuori, c’è una strada larga e un cielo che non finisce più.