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 2011  giugno 16 Giovedì calendario

IL DELITTO DI PONTE LANCIANI. 13

giugno 2011. Quartiere Nomentano, zona di Ponte Lanciani. Nell’ex guardiola del portiere, davanti alle cassette della posta all’interno del gabbiotto, in via Rodolfo Lanciani 62, verso le otto della sera, un’inquilina si imbatte nel corpo senza vita di Rafael Cohen, 74 anni, ebreo tripolino ormai in pensione, esponente di spicco della sinagoga, a Roma da oltre vent’anni, trafitto da una coltellata al cuore. In via dei Giubbonari il negozio di abbigliamento dei figli Sami, Ioni e Roy. La moglie Golda Naman, che fece costruire la sinagoga di via Garfagnana vicino a piazza Bologna, aveva appena fatto spesa dal fruttivendolo come d’abitudine. Il presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici, è in prima fila davanti alla salma. Improvvisato il corteo dei fedeli con la kippah in testa che pregavano con le mani sul capo, dietro il furgone della polizia mortuaria. Il colonnello Salvatore Cagnazzo coordina le indagini. Sulla vetrata della guardiola da circa un anno si nota una svastica larga circa quindici centimetri tracciata con una lama. Intanto svastiche e scritte antisemite dilagano ovunque ma nessuno interviene. Rafi Cohen aveva anche un amatissimo nipote. Hamos Guetta, 50 anni, storico dei tripolini: «La funzione sacerdotale gli derivava, come a tutti i Cohen e i Levi, in quanto discendente della famiglia di Aronne, fratello di Mosè. Era colui che alle cerimonie ci benediceva». Il funerale è stato fissato per oggi al Verano. Qualcuno sussurra: «È singolare che un fatto del genere sia successo proprio nel giorno della visita del primo ministro Netanyahu a Roma». Berlusconi, «The man who screwed an entire country» (l’ uomo che ha fottuto un intero Paese), secondo il nuovo rapporto sull’italia dell’ Economist, intanto se la rideva con l’ospite: «Il Parnaso di Appiani? È il bunga bunga del 1811». La pista più accreditata è forse quella antisemita.
Rafi Cohen: «L’amico lo devi trovare più alto e devi imparare da lui».