Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 15 Mercoledì calendario

RCS VALUTA LA CESSIONE DI SEI TESTATE

Prima della fusione nella holding capogruppo, Rcs Periodici si prepara a snellire il portafoglio delle testate. A quanto risulta, al comitato esecutivo di Rcs Mediagroup, previsto per domani, si discuterà dell’ipotesi di cedere un pacchetto di sei riviste: Novella, Visto, Astra, Ok salute, Max e Il Mondo. La cessione sarebbe ormai decisa, solo questione di dettagli, ma resta il nodo del settimanale economico sul cui destino ci sarebbero ancora divergenze tra gli azionisti. In dubbio in particolare la posizione di Giuseppe Rotelli, primo singolo azionista fuori patto e membro del comitato esecutivo che si esprimerà domani alla riunione.

Complessivamente le sei testate, ai dati dell’esercizio 2010, apportano ricavi per 28 milioni, ma ne perdono 4,5. Più gestibile, in termini relativi, sarebbe la situazione del Mondo che lo scorso anno mostrava una perdita inferiore al 10% del fatturato, ma nei primi mesi di quest’anno avrebbe recuperato molto fino ad avvicinarsi al pareggio. Si era tentato di esplorare l’ipotesi di "fondere" Il Mondo con il Corriere economia, l’inserto del lunedì del Corriere della Sera, ma l’ostacolo si è rivelato essere il "peso" dell’organico della redazione del settimanale, 18 giornalisti in tutto, compresi direzione e giornalisti grafici, che avrebbe in parte vanificato il piano di uscite programmate del quotidiano-corazzata del gruppo Rcs, con i prepensionamenti volontari dei giornalisti.

Ora l’offerta in pole position – quella dello stampatore Farina, anche editore di giornali free-press come Metro e D-News – sarebbe vincolata alla presenza nel pacchetto proprio della testata fondata da Mario Pannunzio nel dopoguerra. Si era fatto avanti anche Alberto Donati (ex dirigente del gruppo Rcs) insieme con il gruppo Veneziani, editore di Stop, inizialmente con un fondo di private equity che poi si è ritirato. La transazione si risolverebbe in una cessione di testate, con la sessantina di giornalisti che ci lavorano, assistita da raccolta pubblicitaria garantita dal venditore per un certo periodo.

L’ipotesi sembra ricalcare un copione già visto che aveva come protagonisti più o meno gli stessi personaggi. Nel ’95 Rcs aveva infatti ceduto Bella, Ecco e le testate di servizio Pratica, Benissimo, Speciale Benissimo, La mia boutique, Quattro Zampe e Mille idee della Frep (joint venture Fabbri-Rizzoli) a una cordata formata da Luigino Rossi (allora presidente dell’editoriale Il Gazzettino), dal distributore Vittorio Parrini e dallo stampatore Vittorio Farina. Al nuovo gruppo Editoriale, costituto ad hoc, era stato chiamato Paolo Glisenti (anche lui ex Rcs) come amministratore delegato, mentre la presidenza era stata affidata ad Alberto Donati. Dopo appena un anno l’Editoriale, con i conti in rosso, era già pronta a chiedere lo stato di crisi.

Non trovano invece alcun riscontro – ma solo secche smentite – le voci che vorrebbero la controllata spagnola del gruppo Rcs, Recoletos, in procinto di incorporare tramite fusione la pubblicazione digitale iberica Abc.

Dopo il comitato esecutivo di domani il prossimo appuntamento per Rcs sarà l’assemblea straordinaria del 20 giugno, chiamata a modificare lo statuto per consentire l’esercizio diretto dell’attività editoriale e poter così incorporare le controllate italiane del gruppo, in particolare la Rcs Quotidiani, la Rcs Periodici e la Rcs Pubblicità, ma non invece Rcs Libri che resterà fuori dal processo di fusione e manterrà la forma di società. Il 23 è poi in calendario il consiglio di amministrazione.