Federico Rampini, la Repubblica 13/6/2011, 13 giugno 2011
SE UN SEMAFORO ALLUNGA LA VITA
È una piccola ecatombe, almeno una dozzina di pedoni uccisi mentre attraversavano Broadway, nell’Upper West Side di Manhattan. Sarebbe cronaca locale, se non fosse che l’esempio viene citato in uno studio che fa scalpore: "Dangerous by design", il rapporto del centro Transportation for America, che mette sotto accusa la pianificazione di tutte le metropoli in cui abitiamo. «Progettualmente pericolose. Sono state concepite, disegnate e organizzate negli anni Cinquanta, nell’èra della velocità». E quando l’età media degli americani era di dieci anni inferiore. Di qui una delle ragioni della mortalità attuale: il verde al semaforo pedonale dura troppo poco, gli anziani non ce la fanno ad arrivare in tempo sull’altra sponda.
Quando furono programmati i semafori la velocità media del pedone a New York era di 4 piedi (circa un metro e 20 cm) al secondo. Ma oggi l’Upper West Side è popolato da una popolazione sempre più anziana. I baby-boomer che negli anni Cinquanta erano bambini, oggi si affacciano all’età della pensione. Molti anziani lasciano i sobborghi residenziali di periferia per tornare nei centri urbani, e sfruttare la vicinanza dei servizi.
Tutta la nostra idea della città va ripensata, spiega lo studio. Cominciando con semafori più lenti, dossi artificiali che rallentino le auto negli incroci, e decine di altri accorgimenti a misura di pedone. Lento.