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 2011  giugno 15 Mercoledì calendario

QUESTE COSE, PER FORTUNA, SUCCEDONO SOLO IN PERU’

C’era praticamente un solo modo per un intellettuale di guadagnarsi da vivere: assumere atteggiamenti rivoluzionari, rendere omaggio all’ideologia socialista e dimostrare nella sua attività pubblica, nei suoi scritti come nella sua azione civica, che faceva parte della sinistra. Per riuscire a dirigere un giornale, avanzare nella carriera universitaria, ottenere borse di studio, viaggi e inviti pagati, doveva necessariamente dimostrare che si identificava con i miti e i simboli dell’apparato rivoluzionario e socialista. Chi non obbediva a quest’ordine invisibile si condannava al deserto: all’emarginazione e alla frustrazione».
Sono cose che succedono soltanto in Perù, naturalmente, come racconta Mario Vargas LLosa nella sua autobiografia, Il pesce nell’acqua, Libri Scheiwiller, pp. 616, 24,00. In Italia non è mai successo e (né potrebbe mai succedere) niente di simile. In Italia la sinistra è sempre stata discriminata, come ogni giorno ci ricordano Michele Santoro e Fabio Fazio, Roberto Saviano e Gad Lerner, tutta La7 e l’intera Rai3, per non parlare di giornali «emarginati e frustrati e condannati al deserto» come Repubblica e il Fatto quotidiano, o anche come il Corriere e La Stampa. Premio Nobel per la letteratura nel 2010, l’autore di Zia Julia e lo scribacchino, di Avventure della ragazza cattiva e del recente Il sogno del celta, Einaudi, pp. 426, 22,00, racconta nella sua autobiografia la lunga campagna elettorale che a cavallo degli anni novanta lo vide presentarsi alle elezioni presidenziali peruviane (poi vinte a sorpresa dall’outsider populista e futuro dittatore del Perù Alberto Fujimori, oggi in prigione per le sue malversazioni) come candidato liberale e liberista di centrodestra. Che fortuna, al confronto, vivere in Italia! Da noi l’economia non è mai stata depressa, come in Perù, dallo statalismo forsennato delle classi dirigenti e da una politica sindacale che ha favorito, in nome del posto sicuro, magari miserabile e fasullo ma garantito a vita, la disoccupazione giovanile e la delocalizzazione delle imprese. Da noi le magagne e le demagogie sono tutte di destra. È la destra a condurre odiose campagne di stampa ad personam con l’assistenza di magistrati compiacenti. Mica come a cavallo degli anni novanta nel remoto e selvaggio Perù!
Ah, che incubo orwelliano, il Perù! «Ogni avviso di garanzia, che dovrebbe essere riservato», scrive Vargas Llosa, che all’epoca fu inquisito da magistrati e stampa di regime per un’evasione fiscale passata nel dimenticatoio subito dopo le elezioni, «arrivava alla stampa di sinistra prima che a me e veniva pubblicizzato in modo scandaloso, per dare l’impressione che fossi già stato trovato colpevole e che la mia casa di Barranco sarebbe stata ben presto confiscata. Gli avvisi di garanzia furono diverse decine». Mica come in Italia, dove nessuno ne conta tanti, roba da Terzo mondo, pura giustizia bananifera, e neppure è mai successo che un avviso di garanzia arrivasse prima ai giornali che all’imputato. Così come soltanto in Perù può succedere che qualcuno venga perseguitato da giornali e televisioni per la sua condotta sessuale, con accuse d’erotismo sfrenato e molesto.
Un’altra campagna di stampa, racconta ancora Vargas Llosa, «mi presentava infatti come perverso e pornografo, e la prova era il mio romanzo Elogio della matrigna, che venne interamente letto, un capitolo al giorno, su Canal 7, appartentente allo stato, nelle ore di massimo ascolto». Vi pare che la televisione pubblica, da noi, potrebbe abbassarsi non diciamo a leggere le pagine più osè di qualche romanzo ma anche solo a diffondere intercettazioni che mettono in piazza il «bunga bunga» d’un uomo politico? Queste sono cose che capitano soltanto in Perù, dove «una presentatrice avvertiva le casalinghe di allontanare i bambini per non far loro ascoltare cose nefande e quindi una voce procedeva a leggere con inflessioni melodrammatiche il capitolo del giorno. Poi si apriva un dibattito in cui psicologi e sessuologi mi analizzavano». Riuscite a immaginare una trasmissione televisiva italiana che consiglia a un politico (metti il premier) una psicoterapia o in alternativa la galera per corruzione di minorenni? No, da noi è inimmaginabile! Un horror bananifero, un incubo orwelliano.