Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 14 Martedì calendario

DOPO iPHONE e iPAD: iPROTEST - Dieci anni di vita, 30mila dipendenti e 325 negozi nel pianeta, gli Apple Store dopo iPhone, iPod e iPad, scoprono iProtest

DOPO iPHONE e iPAD: iPROTEST - Dieci anni di vita, 30mila dipendenti e 325 negozi nel pianeta, gli Apple Store dopo iPhone, iPod e iPad, scoprono iProtest. «Amiamo lavorare per Apple ma vogliamo farlo meglio e reclamiamo i nostri diritti». Cory Moll, 30 anni, lavoratore part-time nell’Apple Store di San Francisco a 14 dollari l’ora, lancia “Apple Retail Workers Union”, il sindacato dei dipendenti dei negozi Apple. Obiettivi: salari e benefit. Steve Jobs intanto lancia iCloud: «La vita digitale delle persone finirà nella “nuvola”». Purché non ci finiscano anche aumenti e benefit del battagliero Cory Moll. Per i 12 mila dipendenti Apple, Jobs presenta il progetto della nuova sede: a cinque isolati dal garage dove costruì il prototipo del primo personal: «Sarà come se fosse appena atterrata un’astronave». Sul ponte della nave che lo portava in America, all’orizzonte lo skyline di NY, Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, sussurrò al suo allievo Jung: «Loro non lo sanno, ma gli stiamo portando la peste». E se dalla astronave di Jobs finissero per sbarcare proprio i diseredati degli Apple Store?