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 2011  giugno 15 Mercoledì calendario

OTTO MILIARDI DI TORTA. MEDIASET RISUPERA SKY

Otto miliardi di torta. Questa la fotografia del mercato televisivo messa a fuoco nella relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Con un dato fra tutti: Mediaset, nel 2010, torna a scavalcare Sky nei ricavi. Terza la Rai penalizzata dalla pesantissima evasione del canone (e dai limiti imposti per legge sulla raccolta pubblicitaria), che in soldoni stretti fa rimettere al servizio pubblico circa 500 milioni di euro l’anno.

A fare il punto sul mercato televisivo, ma anche sulla concorrenza nelle telecomunicazioni, ci ha pensato il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, che dati alla mano ha ricordato come «la più cospicua fonte di finanziamento per viale Mazzini sia notevolmente compromessa dalle crescenti dimensioni dell’evasione, che si attesta intorno al 26,5 per cento».

Insomma, la «Rai - spiega Calabrò - potrebbe essere il primo operatore, se potesse contare sul canone riscosso». Ma, per ora, al di là delle ipotesi di agganciare il canone alla bolletta della luce elettrica, tutto resta nel cassetto dei progetti. Così come accade, del resto, per la legge di riforma del servizio pubblico. Riforma necessaria, spiega nella relazione annuale il presidente dell’Agcom, al fine di «creare un sistema di governance duale, separando la funzione di servizio pubblico da quella più a vocazione commerciale». Un orizzonte ancora lontano, però, «scomodo», non foss’altro perché, come sostiene Calabrò, «non piace ai partiti che albergano nell’azienda e non piace ai concorrenti che mal vedono una Rai più competitiva».

E così, se la Rai resta ferma sul mercato, gli altri competitor crescono e aumentano i ricavi. Tant’è che cifre alla mano, e nonostante il consumo medio giornaliero di televisione sia in crescita (11 milioni di persone giornaliere), i ricavi per viale Mazzini si riducono, o comunque, nella migliore delle ipotesi non sono al passo con quelli dei concorrenti.

Nel 2010, infatti, il sistema televisivo italiano è lievitato del 4,5%. Con i ricavi di Mediaset che fanno un balzo in avanti dell’8,1% (rappresenta il 30,9% delle risorse complessive a quota 2 miliardi 770 milioni di euro). Anche Sky sale ma solo dell’1,8% (2 miliardi 630 milioni di euro); mentre la Tv di Stato si attestata al terzo posto con 2 miliardi 553 milioni di euro. E anche per questa ragione Calabrò insiste: «La Rai dovrebbe avere maggiore considerazione per la qualità del suo servizio. Purtroppo arrestare il declino della tv pubblica è una priorità non concepita come tale».

La relazione, naturalmente, fa il punto anche sull’editoria, sulla penetrazione dei social media (l’Italia è la prima nazione al mondo, insieme al Brasile, in particolare con Facebook) e sulla rete. «Se non interveniamo - ammonisce Calabrò - rapidamente la nostra rete mobile rischia il collasso». Tant’è, spiega, che «negli ultimi quattro anni il traffico sulla rete mobile è aumentato di 16 volte».

Quindi, il capitolo delle frequenze del digitale terrestre e il bando di gara per il «beauty contest». Calabrò ricorda le richieste dell’Europa e il ministro Romani assicura che «in settimana definirà con la Commissione tutti gli aspetti per poi procedere con l’avvio dell’iter». Un iter sofferto, sino ad ora, al punto che il presidente della Camera Gianfranco Fini auspica che «in futuro ci si ponga il problema della giusta valorizzazione delle frequenze attraverso un adeguamento economico». Il suggerimento trova sulla stessa lunghezza d’onda anche Paolo Gentiloni del Pd che subito incalza: «Lo Stato ha il dovere di valorizzare le frequenze».