Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 15 Mercoledì calendario

LA LEGGENDA DEI VAMPIRI NELLA CULTURA DEL SETTECENTO

Il filosofo Michael Ranft pubblicò a Lipsia nel 1728 il De Masticatione mortuorum in tumulis. Sul frontespizio venne aggiunta la precisazione «Liber singularis». Il saggio traeva spunto da quanto avvenne nel 1725 nel villaggio ungherese di Kisolova, dopo la morte del contadino Peter Plogojovitz: gli abitanti, intimoriti dal diffondersi del fenomeno dei «morti masticanti» , richiesero l’intervento dell’ufficiale imperiale. Ma non bastò, giacché terrore e ferocia spinsero i popolani a riesumare e a straziare il cadavere inquisito, considerato appunto «morto masticante» e vampiro. Ranft, dopo aver indagato, divise la sua ricerca in due dissertazioni: nella prima analizzò sin nei particolari evento e ambiente; nella seconda espose le teorie sostenute dalla scienza del tempo, senza evitare quelle singolari e curiose che trattavano «la masticazione dei morti nelle tombe» . L’opera è tradotta ora per la prima volta da Gloria Nagly con il titolo Diceria del vampiro (Associazione LibriPerduti, pp. 192, e 18; testo latino a fronte). Il sito della nuova editrice è: www. libriperduti. it