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 2011  giugno 15 Mercoledì calendario

SANTORO SI CANDIDA: IO DG DELLA RAI

Michele Santoro a tutto campo, dopo l’addio alla Rai. Annuncia per dopodomani, venerdì 17, la serata-evento a Bologna per i 110 anni della Fiom: «Condurranno Serena Dandini e Vauro, poi ci sarà Max Paiella che interpreterà Augusto Minzolini del Tg1. Io che farò? Sto preparando una sorpresa» : e c’è già chi sussurra che il colpo di scena potrebbe essere una partecipazione (in collegamento?) di Adriano Celentano. Poi Santoro torna sul tema che gli è più caro, la Rai: «Voglio candidarmi a fare il direttore generale. Sento dire che vanno trovati amministratori competenti e credo quindi di trovare il modo di avanzare la mia candidatura. Vorrei vedere se ci sarà mai la possibilità per l’opinione pubblica di scegliere i vertici Rai valutando i curricula» . A suo avviso «ci stiamo giocando la più grande azienda di comunicazione di questo Paese. Stiamo cercando di dimostrare che si può resistere. Se non ci mettiamo gli autori al centro, la televisione non va avanti. I burocrati decidono. Alla Rai in questo momento non ci sono regole, c’è il delirio» . E poi, una battuta destinata all’inquilino di palazzo Chigi: «La vera posta in gioco per la Rai non è più la partita censoria, Berlusconi l’ha ormai persa e non c’è più verso che possa rivincerla. I tempi dell’editto bulgaro, in cui bastava chiuderci in una stanza e buttare via la chiave, sono finiti» . In quanto alle sue trattative con La7 «proseguono, il mio gruppo di lavoro preme perché si vada a lavorare lì; io un po’ meno... Comunque visto che necessariamente non possono essere proposte molto allettanti dal punto di visto economico, lo devono essere moltissimo dal punto di vista della libertà. Comunque c’è massima attenzione. So quanto è bravo Mentana e il lavoro che ha fatto in meno di un anno è eccezionale. Se andassimo anche noi e magari anche Fazio provocheremmo l’itterizia ai nostri abbronzati competitor...» Ieri è stata anche la giornata della relazione dell’Agcom, l’autorità garante per le comunicazioni presieduta da Corrado Calabrò. Il quale ha detto, nella sua relazione: quella della Rai «è una riforma scomoda che non piace ai partiti che albergano nell’azienda e che non piace ai concorrenti che mal vedono una Rai più competitiva» . Secondo il Garante occorrerebbe un sistema di governance duale, separando la funzione pubblica da quella commerciale. Calabrò segnala che Mediaset nel 2010 ha vinto la competizione delle risorse: «Il sistema televisivo italiano cresce del 4,5%in termini di risorse e si consolida in una tripartizione delle stesse tra Rai, Mediaset e Sky. Mediaset rappresenta il 30,9%delle risorse complessive, Sky il 29,3%, Rai il 28,5. Nella raccolta pubblicitaria, Mediaset con il 38%degli ascolti, attira il 56%delle risorse pubblicitarie, Sky meno del 5%. La Rai, con circa il 41%degli ascolti, controlla il 24%della pubblicità, essendo sottoposta a uno stringente limite di legge. Con il canone non riscosso, l’evasione ha raggiunto livelli intollerabili cioè a 500 milioni di euro, la Rai sarebbe il primo operatore» . P. Co.