Roberto Petrini, la Repubblica 15/6/2011, 15 giugno 2011
RIVOLUZIONE NEGLI AIUTI ALLA FAMIGLIA
Detrazioni per abbonamenti a bus e metro, per palestre, per spese funebri: rivolgersi al Fisco. Esperimenti come la social card per anziani indigenti, oppure bonus bebè da 1.000 euro per i nuovi nati: rivolgersi all´Inps. Il ministro dell´Economia Giulio Tremonti ieri è tornato alla carica scoprendo le carte dell´intervento che potrebbe tentare: fisco e assistenza, erario e Inps, sono due torri di Babele. Dove, nel corso degli anni, si sono cumulate detrazioni con finalità assistenziali che consentono di ottenere sconti dalle tasse e che spesso di sovrappongono con analoghi e simili interventi ad erogazione diretta da parte dell´Inps. Proprio per questo uno dei quattro tavoli preparatori della riforma fiscale, guidato da Mauro Marè, si intitola «Aree di sovrapposizione tra Stato fiscale e Stato sociale». Di fatto due Welfare. Che camminano ciascuno per conto proprio. E poi c´è il tavolo sulla giungla delle agevolazioni, guidato da Vieri Ceriani.
Il bilancio è già stato annunciato da Tremonti: ci sono 471 agevolazioni fiscali pari alla spesa di 161 miliardi. Ma dentro questo marasma - che prevede circa 80 voci di agevolazione nella denuncia dei redditi - c´è di tutto. Si parte con le fondamenta dell´assistenza: dalla parte dell´Inps ci sono gli assegni al nucleo familiare, dalla parte del modello 730 ci sono le detrazioni per carichi familiari. Sostanzialmente l´aiuto «orizzontale» di Inps e Fisco volto ad equiparare la pressione sulle famiglie quando ci sono figli, anziani e donne che non lavorano, incide sugli stessi soggetti: l´obiettivo sarebbe quello di unificare e razionalizzare. Come? Tremonti lo ha già detto nel Piano nazionale di riforma: «la fiscalità generale deve finanziare l´assistenza sociale, non sostituirla». Tradotto: assegni di assistenza targati Inps invece di detrazioni fiscali Irpef.
Anche nel mondo dell´ordinaria assistenza alla famiglia e ai figli per servizi sociali, studio e attività sportive, regna la confusione. Ci sono detrazioni fiscali per gli asili nido, per le palestre, per le tasse universitarie, per le abitazioni degli studenti fuori sede. Ma si è percorsa anche la strada dell´Inps: il bonus bebè, i tradizionali trattamenti di maternità per le donne che lavorano, gli aiuti alle vacanze studio, i convitti e le case soggiorno. Senza contare tutta l´attività del Welfare di prossimità che viene svolta dai Comuni.
Sul cosiddetto Welfare fiscale pesa poi un altro problema: le detrazioni producono analoghi benefici per ricchi e poveri. Non c´è un limite di reddito, ad esempio, per avere gli sconti per il mutuo prima casa così come per tante altre detrazioni sulla denuncia dei redditi. Chi se ne intende cita Einaudi: 10 lire non hanno lo stesso valore per chi ci compra il pane e per chi acquista una poltrona a teatro.
Gli anziani, i cui eredi hanno la magra consolazione di detrarre al 19 per cento fino ad un tetto di 1.549,37 euro le spese funebri, vivono con pensioni di reversibilità e sociali a carico dell´Inps. Come pure trovate estemporanee, del tipo social card per chi ha i capelli grigi ed è indigente, sono state gestite recentemente dall´Inps. Anche perché sono redditi talmente bassi che il fisco, con detrazioni e deduzioni, non arriva a dare un vero e proprio sollievo: come avviene per beneficiare della detrazione della badante. Spesso chi ne ha bisogno non arriva ad un reddito tale da poter beneficiare della detrazione da 2.100 euro.