Varie, 14 giugno 2011
Tags : Bruno Piccolo
Piccolo Bruno
• Locri (Reggio Calabria) 11 marzo 1978, Francavilla a Mare (Chieti) 16 ottobre 2007 (suicida per impiccagione). Pentito di ’ndrangheta (ma non era un affiliato), fu il testimone chiave dell’inchiesta sul delitto di Francesco Fortugno, il vicepresidente della Regione Calabria assassinato a Locri il 16 ottobre 2005 • «[...] L’avevano arrestato il 15 novembre 2005 per associazione mafiosa e traffico di armi. Accusato di aver partecipato agli affari illeciti della cosca Cordì. Ma lui, che “picciotto” non è mai stato, non regge la vita in carcere. E neanche un mese dopo comincia a raccontare che cosa aveva saputo mentre stava dietro il bancone del bar Arcobaleno di Locri, il suo bar. Indica il killer di Fortugno: “È Salvatore Ritorto”. Rivela i nomi dei complici, fornisce i dettagli dell’attentato. Fa confusione su alcuni particolari, però l’impianto accusatorio regge. E le manette scattano anche per gli altri. Tre mesi dopo arriva la svolta decisiva per l’indagine. A pentirsi è Domenico Novella. Lui è uomo di vertice della cosca Cordì, nonostante abbia meno di trent’anni. Conferma nella sostanza il racconto di Piccolo. Poi va oltre e accusa Alessandro Marcianò, caposala dell’ospedale di Locri, di essere il mandante del delitto Fortugno. Coinvolge anche suo figlio, Giuseppe Marcianò, dice che quel 16 ottobre 2005 era assieme all’assassino. Bruno Piccolo ha confermato le dichiarazioni fatte in istruttoria durante un incidente probatorio e questo le ha suggellate come prova per il processo [...]» (Fiorenza Sarzanini, “Corriere della Sera” 17/10/2007).