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 2011  giugno 13 Lunedì calendario

2 articoli – MEDIAZIONE CIVILE. COME RISPARMIARE EVITANDO I TRIBUNALI - La diagnosi è chiara. La cura un po’ meno

2 articoli – MEDIAZIONE CIVILE. COME RISPARMIARE EVITANDO I TRIBUNALI - La diagnosi è chiara. La cura un po’ meno. La giustizia civile italiana è troppo lenta. L’ultimo, in ordine di tempo, a ricordarlo è stato il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi che ha ribadito quanto costi al paese una giustizia al rallentatore: almeno un punto percentuale di Pil. Da marzo però è entrata in vigore la mediazione civile, un’innovazione che potrebbe rivoluzionare l’intero sistema giudiziario italiano. L’obiettivo dichiarato è velocizzare i tempi e smaltire gli arretrati. A giugno 2010 infatti erano 5 milioni e 600 mila le cause pendenti senza contare che un contenzioso civile attualmente ha la prospettiva di arrivare a sentenza di primo grado dopo 845 giorni (circa due anni e 4 mesi) e alla Corte suprema dopo 1.195 giorni. Chi riguarda Solo per quest’anno sono escluse le controversie che riguardano liti condominiali e quelle per incidenti stradali. Per tutto il resto (proprietà, locazione, contratti assicurativi, risarcimento danni da responsabilità medica, contratti finanziari e bancari, patti di famiglia, diffamazione a mezzo stampa) si potrà evitare di entrare in tribunale e si dovrà prima (obbligatoriamente) provare una mediazione. Come si avvia Una delle parti sceglie un organismo (pubblico o privato) riconosciuto dal ministero e deposita un’istanza. Il responsabile dell’organismo nomina il mediatore, contatta la controparte e fissa l’incontro entro i quindici giorni dal deposito dell’istanza. Se la controparte non si presenta, il mediatore emette verbale di mancata partecipazione. Se l’assenza è ingiustificata, quando si passa in Tribunale, il giudice può desumere elementi di prova nel giudizio successivo. Se la controparte accetta e si presenta, inizia la procedura di mediazione. Come si svolge Il mediatore contatta le parti e i loro avvocati per una raccolta preliminare delle informazioni. La prima è una sessione congiunta durante la quale il mediatore può condurre la trattativa nel modo che ritiene più idoneo (in conformità al regolamento interno dell’organismo) tenendo in considerazione la volontà delle parti e cercando la soluzione più rapida possibile alla lite. Quando la sessione congiunta non è più produttiva, il mediatore avvia una serie di incontri separati che servono a cercare spunti per valutare la soluzione della lite. Finite le audizioni separate ci si riunisce per la sessione finale. Gli esiti Il tempo massimo per completare l’iter della conciliazione è di quattro mesi dalla presentazione dell’istanza. Entro questo tempo limite si va alla conclusione: in caso di successo della conciliazione si deposita il verbale di accordo tra le l’organismo competente. Il testo controfirmato costituisce titolo esecutivo per l’espropriazione forzata, per l’esecuzione in forma per l’iscrizione di ipoteca giudiziale. Se le parti non raggiungono un accordo, il mediatore può comunque inviare una proposta scritta di composizione della lite. I contendenti avranno sette giorni per accettarla o rifiutarla. Se accettano si compila un verbale che viene firmato e depositato. La mancata risposta entro i sette giorni equivale a un rifiuto. Il mediatore compila comunque un verbale in cui attesta il fallimento del tentativo. Ma (solo in alcuni casi) se il giudice, in Tribunale, dovesse attuare una soluzione che ricalchi la proposta del mediatore, la parte che si è opposta all’accordo dovrà sostenere le spese della mancata conciliazione. Proprio quello delle spese è un argomento controverso: il costo di una mediazione è sicuramente inferiore a quello di una causa in tribunale della durata di qualche anno ed è proporzionato al valore della lite (vedi grafico accanto ): per esempio, per una causa che vale da mille a 5 mila euro (le più diffuse) si spendono circa 90 euro. Ma se la mediazione fallisce? I costi inevitabilmente lievitano. Bilanci e previsioni La direzione generale di statistica del ministero della Giustizia ha calcolato quale potrà essere l’impatto della mediazione a un anno dalla sua introduzione: considerato che ad aprile (a un mese dall’entrata in vigore della riforma) si sono registrate 5.070 mediazioni, il ministero prevede per marzo 2012 più di 30 mila conciliazioni al mese per un totale di circa 300 mila l’anno. Una cifra che dovrebbe salire a 600/700 mila con l’introduzione, l’anno prossimo, delle materie relate al condominio e al risarcimento danni per incidenti stradali. In questo primo scorcio sperimentale la conciliazione ha accusato un alto numero di mancate adesioni (il 76%delle volte la parte convocata non si è presentata). In compenso però, quando i contendenti hanno accettato di sedersi attorno a un tavolo per confrontarsi con un mediatore l’accordo si è raggiunto nel 70%dei casi. Dunque la cura ai malanni della giustizia è già iniziata, per capirne l’efficacia c’è bisogno di tempo. A meno che qualcuno non decida di cambiare la cura. Isidoro Trovato ---- IL FRONTE DEL NO. «È COSTOSA E RISCHIOSA» - Ribadiscono il no non arretrano un passo. Gli avvocati sono i grandi nemici di questa riforma. nuovo sciopero proclamato per il 23 giugno spiega bene quale sia il livello di opposizione dell’avvocatura. I nodi Eppure un tavolo di trattative era stato aperto tra ministro della Giustizia Angelino Alfano e il Consiglio nazionale forense. C’è ancora la piena disponibilità del ministero di rendere obbligatoria la presenza degli avvocati anche durante la fase di mediazione e sembra che questo potesse essere passo che apriva la strada un accordo. Invece il nodo insormontabile rimane ancora quello dell’obbligatorietà: inaccettabile secondo l’avvocatura e irrinunciabile secondo il ministero (che ricorda che tutte le volte in cui la via alternativa al tribunale è rimasta facoltativa, gli esperimenti si sono rivelati fallimentari). «Il Consiglio nazionale forense— spiega il presidente Guido Alpa — non è contrario al sistema dei centri di mediazione ma ha sempre opposto profonde perplessità sulla normativa chiedendo soprattutto l’abolizione dell’obbligatorietà e l’introduzione della difesa tecnica da parte dell’avvocato Sul tema mediazione, scorsa settimana la Commissione giustizia del Senato ha ascoltato tutte le componenti dell’avvocatura trovando un fronte compatto contro la mediazione obbligatoria. «Chiediamo di sospendere la mediazione obbligatoria — conferma Maurizio de Tilla, presidente Oua, l’organismo politico dell’avvocatura — ma anche di puntare sulla modernizzazione e sul rilancio della nostra giustizia anche costruendo, insieme agli avvocati, un diverso efficace sistema alternativo di mediazione. L’obiettivo è quello di ridurre così la lunghezza dei processi e recuperare L 1%di Pil che l’Italia perde proprio a causa dei cronici malfunzionamenti della macchina giudiziaria» . Il punto è che il ministero la soluzione alle lungaggini dei processi civili l’ha individuata proprio nella mediazione e la ritiene strumento più efficace. Definizione contestata e negata dal mondo dell’avvocatura. «Chi vuole far passare per epocale questa riforma — afferma il segretario generale dell’Associazione nazionale Forense, Ester Perifano — ha il dovere innanzitutto di spiegare che la mediazione sarà un percorso accidentato, dove ad ogni passaggio il cittadino dovrà mettere mano al portafoglio, senza avere tuttavia garanzia di non arrivare Tribunale. Tentare di camuffare questa riforma come la panacea per liberare Tribunali dall’ingorgo delle cause significa non essere conoscenza di dati fondamentali. La durata media un processo è di poco più di mille giorni, e il 56%delle cause civili non arriva sentenza per una rinuncia o per un accordo tra parti» . In Parlamento Anche in Parlamento delineano gli schieramenti (trasversali) tra chi è a favore e chi contro. Due senatori, Domenico Benedetti Valentini (Pdl) e Silvia Della Monica (Pd) hanno già presentato un disegno di legge in cui chiedono l’abrogazione dell’obbligatorietà della mediazione e l’introduzione della presenza tecnica (obbligatoria) degli avvocati. La sensazione è che il destino della mediazione sarà deciso da una prova di forza e non di ragionevolezza. Isidoro Trovato