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 2011  giugno 12 Domenica calendario

DONNE UN PO’ MENO FORMICHE

Altro che mani bucate, altro che succubi finanziarie dei propri mariti. Nell’èra post-crisi finanziaria le donne rappresentano piuttosto un modello cui i maschietti tendono ad assomigliare. Ciò che finora era una vaga sensazione viene ora confermato da diverse indagini sul risparmio. Per esempio quella realizzata da Ispo (Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione) per Intesa Sanpaolo, su 5510 interviste a 2277 uomini e 3233 donne, sull’atteggiamento per genere verso la crisi economica, le banche, il risparmio e gli investimenti. Ne emerge un approccio delle donne più propenso al risparmio, più prudente nelle scelte di allocazione delle risorse finanziarie, più attento a valutare i tratti distintivi di chi offre servizi e prodotti finanziari. La ricerca Ispo, in particolare, registra una maggior preoccupazione delle donne rispetto agli uomini in merito agli effetti della crisi finanziaria, sia a livello collettivo che individuale: il 70% degli uomini ha aspettative negative rispetto alla propria situazione personale, contro il 78% delle donne. E sul futuro, sono proprie le donne le meno ottimiste: con un indice a -12 contro un indice a -7 per gli uomini, interpellati sulla possibilità di una ripresa o meno del ciclo economico nei prossimi mesi.

Oltre alla disparità di percezione della realtà circostante, è da rilevare il differente approccio nei confronti del sistema finanziario: con le donne che si percepiscono meno "confidenti" rispetto alla materia, ma più disposte degli uomini ad analizzare l’offerta. L’indagine Ispo rileva come le donne mostrino di apprezzare in misura maggiore rispetto ai maschi elementi come la preparazione professionale del personale bancario (7,8 contro il 7,4), l’efficienza (7,5 contro il 7,3), la trasparenza (7,5 contro il 7,2), ma soprattutto i bassi costi, apprezzati da 7 donne su 10 contro il 66% degli uomini e la maggiore attenzione all’interesse dei clienti (7,1 contro 6,6). Di conseguenza il 71% delle donne si identifica come consumatore fedele della banca «perchè soddisfatte dal servizio», contro il 64% degli uomini. Una differenza che viene declinata anche al capitolo investimenti, con una bassa propensione a scegliere prodotti dal maggior rischio e rendimento: tra le donne in 19 casi su 100 e tra gli uomini nel 27% dei casi, anche se le scelte si fanno più caute anche sul fronte dell’universo maschile.

Rilevante, in ogni caso, la maggior propensione alla delega da parte delle donne: dieci su cento (contro il 4 degli uomini) sono inclini a delegare a un operatore finanziario le proprie scelte, nonostante il maggior protagonismo del consumatore imposto dalla normativa europea Mifid. L’approccio «tradizionale» delle donne alla finanza viene confermato dalla maggiore predilezione per il settore immobiliare: lo preferisce il 60% delle donne – contro il 51% degli uomini –, ritenendolo l’asset più interessante tra quelli a disposizione. Da segnalare che l’affermazione «è meglio spendere, senza investire nulla» trova consenso tra l’11% degli uomini, mentre soltanto tra il 3% delle donne: a dimostrazione dell’infondatezza dei luoghi comuni e della maggiore predisposizione al risparmio dell’universo femminile.

L’indagine Ispo per Intesa Sanpaolo registra sensibili differenze nell’approccio ad alcune asset class tra i due universi di genere: certificati di deposito, buoni postali, obbligazioni piacciono molto più agli uomini (16%) che alle donne (7%). Mentre la propensioni a mantenersi "liquidi" è caratteristica prettamente maschile (7%, contro il 3% delle donne). Complessivamente si tratta di comportamenti che hanno origini precise: «Le donne sono più prudenti per ragioni storiche – dice Laura Vescovo, responsabile dell’Ufficio Ricerche e Sondaggi di Intesa Sanpaolo, nonchè curatrice della ricerca –: nelle società contadine patriarcali, ad esempio, alle donne erano demandate alcune attività, come la gestione del pollaio. Il ricavato veniva utilizzato per sè o per l’istruzione dei figli, in modo autonomo dal marito. L’aspirazione della donna per l’autonomia c’è sempre stata, ora si è fatta solo più evidente: il microcredito vede le donne protagoniste per la loro affidabilità e prudenza nella gestione del denaro e nei progetti di imprenditoria al femminile, si registra un tasso di crescita è in continua crescita rispetto al totale, sia per le italiane che per le donne straniere».