La Stampa 14/6/2011, 14 giugno 2011
La Uil accelera sulla strada della riforma delle regole per la rappresentativit. «Il segretario generale della Uil Luigi Angeletti ha inviato alla presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero del lavoro e a tutte le parti sociali la preannunciata lettera di disdetta del Protocollo del 1993», recita una nota diffusa dalla Uil nel pomeriggio di ieri
La Uil accelera sulla strada della riforma delle regole per la rappresentativit. «Il segretario generale della Uil Luigi Angeletti ha inviato alla presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero del lavoro e a tutte le parti sociali la preannunciata lettera di disdetta del Protocollo del 1993», recita una nota diffusa dalla Uil nel pomeriggio di ieri. L’accordo del 1993 regola contrattazione, politica dei redditi e rappresentanza. La contrattazione è già stata modificata sostanzialmente dall’intesa sottoscritta nel 2009 (non c’era però la firma della Cgil) e resta in vigore, appunto, proprio per quanto riguarda le regole sulla rappresentanza. Il senso della mossa era già stato spiegato dallo stesso Angeletti nei giorni scorsi: «Con la disdetta il tema della rappresentanza avrà un’accelerazione». Tema di stretta attualità, sulla spinta del confronto con Fiat e rilanciato dalla richiesta della stessa Confindustria, che giusto ieri ha annunciato di aver inviato ai sindacati una lettera per invitarli a discutere una proposta su rappresentanza e esigibilità dei contratti. Angeletti sottolinea che la Uil considera l’accordo del ’93 «superato dalla riforma del gennaio 2009» e che «al fine di evitare ogni possibile equivoco circa l’attuale applicabilità di quelle norme e di quelle procedure» ha comunicato formalmente la decisione di disdire il protocollo avvertendo che la lettera di ieri ha «valore, a tutti gli effetti, di disdetta ufficiale e formale del Protocollo in oggetto». Angeletti ha anche spiegato perché la decisione arriva proprio in questo momento. «Abbiamo appreso - ha detto - che l’Associazione bancaria italiana intende applicare, in occasione del prossimo rinnovo del contratto di categoria, le regole contrattuali del protocollo». Il documento, firmato il 23 luglio 1993 da Cgil Cisl e Uil, Confindustria e governo Ciampi, sancì un’intesa dopo un anno e mezzo di concertazione sulla politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo. Ma la sostanza - almeno a guardarlo con gli occhi di oggi - resta quella della rappresentanza. Soprattutto quella in azienda: fino al ‘93 i posti da rappresentante dei lavoratori venivano redistribuiti ai sindacati più votati a seconda del peso reciproco in fabbrica, come è previsto dallo Statuto dei lavoratori. Dopo il ‘93 è arrivato il sistema delle Rsu, elette invece dalle assemblee dei lavoratori. Il nodo sta nella titolarità del diritto - e della responsabilità - di rappresentare i lavoratori. Le aziende lo vogliono in capo ai sindacati.