A.Car., Corriere della Sera 14/6/2011, 14 giugno 2011
Alvaro, la pietosa bugia Tra loro la differenza di età era notevole, quasi vent’anni. Ma don Massimo Alvaro, scomparso a Locri all’età di 97 anni, coltivava con affetto e tenacia la memoria del fratello Corrado (nella foto), l’autore di libri come Gente in Aspromonte, L’uomo è forte, Quasi una vita (premio Strega nel 1951)
Alvaro, la pietosa bugia Tra loro la differenza di età era notevole, quasi vent’anni. Ma don Massimo Alvaro, scomparso a Locri all’età di 97 anni, coltivava con affetto e tenacia la memoria del fratello Corrado (nella foto), l’autore di libri come Gente in Aspromonte, L’uomo è forte, Quasi una vita (premio Strega nel 1951). Lo scrittore, nato nel 1895, non era più tornato nel suo paese d’origine in provincia di Reggio Calabria, San Luca, dopo il 1941, anno della scomparsa del padre. Ma si recava spesso a trovare il fratello Massimo, ordinato sacerdote nel 1938, a Caraffa del Bianco: il paese di cui era parroco, dove viveva con la madre Antonia. Quando poi Corrado Alvaro era morto nel 1956, don Massimo aveva nascosto alla mamma la triste notizia e per nove anni, fino a quando lei stessa si era spenta, le aveva scritto lettere firmate «il tuo Corrado» per risparmiarle un così terribile dolore. Grande esperto dell’opera del fratello, aveva donato alla biblioteca comunale di Reggio Calabria, d’accordo con la cognata, gli arredi, i tappeti, i quadri e i libri dello studio dello scrittore. Inoltre aveva ceduto al comune di San Luca la casa natale di Corrado, affinché diventasse la sede della Fondazione a lui intitolata, che di recente ne ha acquisito i manoscritti conservati a Roma grazie a un’iniziativa della Regione Calabria. Massimo, oltre a occuparsi dell’opera del fratello, era un cultore della classicità latina e della civiltà calabrese. (A. Car.)