Varie, 13 giugno 2011
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Genro Tarso
• São Borja (Brasile) 6 marzo 1947. Politico. Governatore del Rio Grande do Sul (lo Stato che ha come capitale Porto Alegre, storico feudo della sinistra brasiliana). Ministro della Giustizia ed esponente dell’ala più radicale del partito del presidente Lula, nel gennaio del 2009 firmò il decreto che concesse l’asilo politico all’ex terrorista dei Pac Cesare Battisti • «[...] è un uomo mite e da ragazzo sognava di diventare poeta. Riuscì anche a farsi pubblicare tre libretti, nella sua Porto Alegre, della quale fu sindaco, e non fu una buona idea. Appena diventò ministro, un giornalista ficcanaso andò a scartabellare nelle odi giovanili e trovò i seguenti versi: “Nonna Cacilda sembrava una paperotta, nonna Julica elettrica e ridente conversava con le lucertole. Quanto ti ho atteso e quanto seme inutile ho disperso fino ad oggi”. Tra i blog brasiliani scatenati contro il governo Lula per il caso Battisti — e ce ne sono parecchi — Genro è il ministro della “punheta”, dispensiamo traduzione. All’epoca del poema, guarda caso il 1977, il giovane avvocato era attivista del Partito Rivoluzionario Comunista e in Brasile c’era la dittatura. Era abbastanza informato per sapere — tra un verso erotico e l’altro — cos’erano gli anni di piombo nell’Italia democratica e la differenza con la clandestinità alla quale erano costretti gli attivisti di sinistra sotto i militari. Genro viveva nel Sud del Brasile e se avesse voluto passare una frontiera, come Battisti, sarebbe finito dritto nella brace: tra Argentina, Uruguay e Cile c’era solo il lager da scegliere. Strada ne è passata e oggi Genro è militante nel Partido dos Trabalhadores, il più strano animale politico dell’America Latina, nato tra le lotte sindacali, le parrocchie e le università per intellettuali ricchi. Il cui fondatore, Lula, ogni tanto fa sapere di non essere mai stato di sinistra in vita sua. Francesco Cossiga, con la solita arguzia, ha detto [...] che “quelli del Pt brasiliano, al massimo, sono cattocomunisti, come i nostri”. Genro, però, della sua appartenenza all’ala sinistra del partito, post-rivoluzionaria, ne ha sempre fatto un punto di orgoglio. Con tutte le contraddizioni del caso. La sua generazione oggi in Brasile convive spensieratamente con i manager più potenti e gli economisti più rigorosi dell’America Latina. [...]» (Rocco Cotroneo, “Corriere della Sera” 31/1/2009).