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 2011  giugno 13 Lunedì calendario

PRADA IN BORSA RACCOGLIE CINQUE VOLTE L’OFFERTA

Prada punta sull’Asia e l’Asia ringrazia, contraccambiando la fiducia. Per i titoli del gruppo ci si avviano all’Offerta pubblica sulla Borsa di Hong Kong, spiegano fonti vicine all’operazione, sono già arrivate richieste pari a cinque volte l’offerta. Segno di un interesse fortissimo per il primo sbarco sui mercati asiatici di un’impresa italiana tra le più blasonate, e anche di una gran fame di marchi di lusso - un settore che pare non conoscere crisi tra gli investitori.
«Nonostante la volatilità dei mercati la squadra di Prada è molto ottimista. Ho fiducia nel fatto che abbiamo preso la decisione giusta», dice l’amministratore delegato del gruppo Patrizio Bertelli parlando dall’Europa in una teleconferenza trasmessa ad Hong Kong e scrollando via i dubbi su un momento difficile delle Borse internazionali che ha già spinto alcune debuttanti a rinviare o archiviare la quotazione. Del resto, aggiunge Bertelli, il futuro è a Oriente: «Oggi non mi focalizzerei sull’Europa come fonte d’ispirazione, I mercati asiatici sono molto più moderni e giovani dei nostri».
In ballo nell’offerta Prada, che porterà sul mercato il 16,5% del capitale, ci sono 423,3 milioni di azioni, con un prezzo che può variare tra i 36,5 e i 48 dollari di Hong Kong l’una. Tradotto in euro significa che l’operazione varrà tra gli 1,4 e 1,8 miliardi. Il prezzo sarà fissato mercoledì 17 e le contrattazioni cominceranno il 24 giugno. La richiesta sovradimensionata rispetto all’offerta non è però garanzia assoluta che l’offerente riuscirà a spuntare il suo prezzo. Appena pochi giorni fa il colosso dei bagagli Samsonite, anch’esso sbarcato a Hong Kong, ha ricevuto richieste pari a quattro volte l’offerta, eppure ha chiuso il collocamento nella parte basa della forchetta di prezzo.
Alla valutazione massima, che porterebbe l’intera società ad essere valutata circa 10,8 miliardi di euro, Prada chiede un notevole sforzo di fiducia ai suoi investitori: il prezzo richiesto ammonta infatti a 27-28 volte l’utile previsto per il 2011 dalle banche che curano il collocamento (sono Intesa-Sanpaolo, Unicredit, Goldman Sachs e Credit Agricole), rispetto a una media delle società del lusso nel mondo che vede una capitalizzazione pari a circa 21 volte gli utili previsti Ma la promessa che fa brillare gli occhi, e probabilmente farà aprire i portafogli, a molti è che il marchio italiano per eccellenza non solo sarà sempre più globale, ma spingerà ancora di più sul mercato della Cina continentale, di anno in anno sempre più forte e vivace. Come spiega il vicepresidente Carlo Mazzi nella videoconferenza, Prada conta di aprire nel prossimo triennio ottanta negozia l’anno, di cui una dozzina in Cina e 25 in Asia. I punti vendita cinesi, oggi a quota diciotto, sono così destinati a triplicarsi, mentre anche il marchio Miu Miu - che ha grande successo su quel mercato - passerà nel giro di tre anni da trenta a cinquanta negozi.
E poi, da non sottovalutare, il fascino del marchio, specie per i risparmiatori che vogliono comprare un pezzetto di stile italiano. Anche su questo la regia dell’offerta è stata attenta: martedì scorso - celebrante la stessa Miuccia Prada - al Park Hyatt di Hong Kong sfilata in esclusiva della stagione Autunno-Inverno 2011 per 300 grandi investitori, con nomi celebri nella ex colonia britannica come quello di Angela Leong, la quarta moglie del re dei casinò Stanley Ho. Qualche volta le cronache mondane possono contare più di quelle finanziarie.
Alla Borsa di Hong Kong Prada sarà quotata sotto la sigla «1913», scelta perché è quello l’anno in cui Mario e Martino Prada aprirono a Milano, in Galleria Vittorio Emanuele, il negozio di valigie da cui partirà l’impero familiare. Un secolo dopo la vista sul Duomo si è trasformata in una panoramica sul mondo.