Alessandra Retico, la Repubblica 13/6/2011, 13 giugno 2011
Era la gioia contro la Depressione, negli anni Venti sulle spiagge di Santa Monica, germoglio di natura improvvisa ai fianchi di Los Angeles sporca e cattiva, bastava niente per sognare bene: un pallone, una rete, tutti in mutande sotto il sole
Era la gioia contro la Depressione, negli anni Venti sulle spiagge di Santa Monica, germoglio di natura improvvisa ai fianchi di Los Angeles sporca e cattiva, bastava niente per sognare bene: un pallone, una rete, tutti in mutande sotto il sole. Sulla costa opposta la Borsa annegava speranze, qui il beach volley era la possibilità di un altrove. Nacque così, anche se la leggenda narra di una preistoria di una decina d´anni più remota, alle Hawaii. Poco cambia. Adesso è uno sport milionario, va alle Olimpiadi (da Atlanta 1996), ha il suo mondiale, l´ottavo da oggi e per la prima volta a Roma (fino al 19). Campo centrale del Foro italico e in tutto cinque, la sabbia dove di solito c´è la terra rossa, 25mila metri quadri di riproduzione di spiaggia nella più urbana delle nostre città, i campioni e le star internazionali, 700mila euro il montepremi e 3 milioni di budget complessivo. Molto organizzato, milioni di affezionati in tutto il mondo, oltre centomila i tesserati italiani, disciplina insomma professionista. Eppure a questo sport rimangono sempre appiccicati granelli di fatica, sudore, casualità, è il gioco degli amici al bagno di ogni santa estate, è la vita com´è la vita al mare. Somiglia al surf e alle sue storie di ragazzi un po´ svitati in attesa lenta dell´onda perfetta, generazione giovane fresca e ribelle, anticonformista, squattrinata e oltraggiosamente allegra. Tutto è diverso adesso, ma quella cosa sotto il sole resta: ti vanno due palleggi? A way of life, negli anni Cinquanta, tra Santa Barbara, Laguna Beach e San Diego, si sta in costume tutto il giorno, piedi scalzi, tavola sottobraccio e poi si vedrà. I Beatles palleggiano a Sorrento Beach prima del concerto, il presidente John F. Kennedy assiste a un torneo ufficiale su quella spiaggia che anche una bionda, Marilyn Monroe, amava frequentare. È il tempo della borghese popolarità, e tutto il resto non è letteratura. Copacabana e Ipanema, file di reti ma non in mare, la prima cosa dopo il calcio, affare sociale anche se sembra perdigiorno. Un gioco oltre frontiera, e infatti si sparge ovunque. A riva si arriva spesso dalla pallavolo indoor, ma sempre più si tuffano direttamente. Uomini e donne, soprattutto le donne ormai, e che non si dica che è solo per via del bikini peraltro non obbligatorio per regolamento che la pallavolo da battigia piace (o sì?), anche i ragazzi non malaccio, di fatto in giro per il mondo ogni anno c´è più di un milione di spettatori alle partite, dal 2007 quelli incollati alla tv sono aumentati del 422 per cento, da 326 milioni a oltre un miliardo e mezzo. A Roma duecento giornalisti accreditati, 46 tv che trasmetteranno in più di 140 paesi in cinque continenti, un tripudio voluto dalla Federazione italiana pallavolo e la Coni Servizi, ancora una prova per la capitale candidata alle Olimpiadi. E poi, certo, gli atleti, e che nomi: 96 le coppie (48 femminili e 48 maschili) da 34 nazioni, l´Italia si presenta con le sue veterane azzurre Daniela Gioria e Giulia Momoli che dovranno vedersela con le americane Akers-Brauagh. Con loro le altre due coppie azzurre: Valeria Rosso e Laura Giombini, le giovanissime Viktoria Orsi Toth e Giada Benazzi che beneficeranno di una wild card, e Gioria-Momoli. Tra i beachers favoriti le bicampionesse olimpiche statunitensi Misty-May Treanor e Kerri Walsh, tornate a giocare insieme proprio quest´anno dopo la maternità della Walsh, le connazionali Aprile Ross e Jennifer Kessy, campionesse del mondo in carica e le brasiliane Larissa-Juliana, che insieme alle olandesi Keiser-Van Iersel hanno vinto parecchio in quest´avvio di stagione, due vittorie a testa. Puntano a grandi cose le italiane, soprattutto la bergamasca Greta Cicolari, classe 1982, e la compagna di otto anni più giovane, Marta Menegatti da Ariano nel Polesine in provincia di Rovigo. Bravissime, quest´anno al World Tour hanno conquistato un secondo e un quarto posto, risultati che le hanno lanciate lassù, al settimo posto nel ranking mondiale. Compagne di squadra dal 2009, quando si sono conosciute neanche si stavano particolarmente simpatiche, Marta la riflessiva e anche un po´ pignola, piega tutte le magliette prima di uscire dalla stanza pure quelle sporche, Greta l´impulsiva e un po´ caciarona. «Adesso il nostro è come un matrimonio, ci stucchiamo, litighiamo, ma siamo cresciute insieme». Buono anche il torneo maschile, a difendere il titolo i tedeschi Brink-Reckermann, cui staranno addosso gli olimpionici Rogers-Dalhausser, i brasiliani Emanuel-Alison e Ricardo-Marcio Araujo. Speranze italiane in Paolo Nicolai e Matteo Martino, i gemelli Matteo e Paolo Ingrosso, Daniele Lupo e Andrea Tomatis (anche loro con wild card), quest´ultimo ha sostituito Alex Ranghieri, infortunato all´ultimo. Proprio beach centrale e capitale, aprirà le porte a Londra 2012, ma sarà anche un po´ vacanza romana, hawaiana, california style, samba e proprio estate. Gioco a coppie, nomi e vite unite dal trattino, sponsor sul corpo. È low cost (anche per l´entrata gratis, tranne che per semi e finali), facile maniera di divertirsi, come sulla battigia brasiliana dove se non si balla sul bagnasciuga si fa volei. Arrivederci, saudade.