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 2011  giugno 11 Sabato calendario

BRACCIO DI FERRO GERMANIA-BCE

L’Unione è alla drammatica ricerca di un compromesso sul futuro della Grecia. In attesa di un Eurogruppo straordinario fissato per martedì, ieri ancora è continuato il braccio di ferro tra la Germania e la Banca centrale europea sul coinvolgimento degli investitori privati nel prossimo pacchetto di aiuti al Paese mediterraneo.

La maggioranza democristiana-liberale ha approvato al Bundestag una mozione non vincolante a favore di nuovi prestiti alla Grecia, ma chiedendo in cambio il contributo degli istituti di credito. La richiesta è in linea con la proposta del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble che nei giorni scorsi ha parlato di un allungamento della durata dei titoli.

La Germania sta vivendo con crescente angoscia il salvataggio del Paese mediterraneo. Teme che la Grecia sia in realtà un pozzo senza fondo e vuole che anche le banche, non solo i contribuenti, partecipino al paracadute finanziario. L’Olanda ha annunciato ufficialmente ieri di essere sulla stessa lunghezza d’onda. Finlandia e Austria non sono lontane.

È ormai accettata l’idea che i 110 miliardi di prestiti già concessi non saranno sufficienti e che un altro pacchetto di aiuti (fino al 2014?) è necessario per evitare il buco di bilancio nel 2012. Le ultime cifre parlano di un sostegno di 90 miliardi, di cui 30 miliardi potrebbero venire dalle banche, attraverso un qualche rinnovo del debito.

«La Bce - ha ribadito ieri l’istituto monetario per bocca di Jürgen Stark, membro del comitato esecutivo - non è contraria al coinvolgimento del settore privato, ma le condizioni devono essere chiare: la partecipazione del settore privato deve essere puramente volontaria e non tradursi in un fallimento», o a qualcosa percepito come tale dalle agenzie di rating.

Parlando a Francoforte il banchiere centrale ha poi aggiunto: «Bisogna pensare attentamente a cosa significa il coinvolgimento del settore privato. È chiaro che nel caso di un fallimento o di un evento creditizio noi non potremmo continuare ad accettare obbligazioni greche nelle operazioni di rifinanziamento al settore bancario. Attenzione quindi a quello che si dice».

Proveniente da un ex vicepresidente della Bundesbank, la presa di posizione di Stark è significativa, tanto più che le ultime ore sono state drammatiche in Germania: secondo la Frankfurter Allgemeine, il Governo è stato sull’orlo di non ricevere l’appoggio del Parlamento nel sostegno alla Grecia, tanto numerosi erano i deputati della maggioranza contrari.

Il timore della Bce è doppio. Da un lato, teme che la proposta di Schäuble provochi un effetto-domino sui mercati. Dall’altro, è preoccupata all’idea che il pacchetto possa prevedere anche l’impegno dell’istituto monetario ad accettare titoli greci nei pronti contro termine, il che equivarrebbe a un’ingerenza nella politica monetaria.

Alcuni osservatori sono convinti che la banca stia giocando anche un’altra partita, molto più audace. La posta in gioco non sarebbe solo la Grecia e il modo in cui aiutarla. Agli occhi dei banchieri centrali forse questo è il momento in cui si deciderà il futuro dell’Unione monetaria che senza maggiore integrazione rischia la disintegrazione.

Dietro ai toni accesi le parti lanciano timidi segnali diplomatici. Insistendo sul volontario contributo delle banche la Bce dopotutto non chiude le porte a un compromesso. Nel frattempo, Schäuble ha annunciato che un gruppo di lavoro europeo sta riflettendo a una soluzione che eviti un impatto sui mercati, quasi il tentativo di tranquillizzare l’istituto monetario.

Dal canto suo il ministro delle Finanze greco George Papaconstantinou ha confermato la preferenza di Atene per l’Iniziativa di Vienna. Questo metodo ha portato al rinnovo volontario dei prestiti bancari all’Europa dell’Est nel pieno dello sconquasso finanziario. Una soluzione, accettata dalla Bce, ma sembra (per ora) non sufficiente per la Germania.

I tempi sono stretti. La Grecia deve ricevere a breve una nuova tranche di aiuti per 12 miliardi di euro. A rischio è la quota che il Fondo monetario internazionale (3,3 miliardi) non potrà concedere se non sarà certo che il Paese avrà ricevuto garanzie sulla sua solvibilità nel 2012, in altre parole se non vi sarà stato un accordo su un nuovo pacchetto di aiuti.

Pur di evitare un tracollo dei mercati, in preda al nervosismo dell’incertezza, fonti governative hanno annunciato ieri una riunione straordinaria dell’Eurogruppo per il 14 giugno, che verrà seguita da un incontro tra il cancelliere Angela Merkel e il presidente Nicolas Sarkozy il 17. Successivamente il 23 e il 24 si terrà un consiglio europeo.