Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 10 Venerdì calendario

Dotti Andrea

• Napoli 18 marzo 1938, Roma 30 settembre 2007. Psichiatra. Fu il secondo marito di Audrey Hepburn (1969-1982) • «Per gli appassionati della storia di Hollywood fu per un decennio “il marito italiano” di Audrey Hepburn. Per chi lo conosceva davvero e ne apprezzava la sensibilità e la cultura, era il professore Andrea Dotti, psichiatra affermato e docente all’Università La Sapienza [...]» (Fulvio Milone, “La Stampa” 2/10/2007) • «Audrey lo chiamava “il mio principe” e allora poco contava che non lo fosse davvero. Ma quasi. Andrea Dotti veniva da quell’alta borghesia che con l’aristocrazia ci confina: la mamma Paola era una Bandini, industriali ex proprietari della Cirio. La sorella del padre, Mimise Dotti, aveva sposato Renato Guttuso. Lui e il fratello Giampiero, che l’Avvocato chiamava affettuosamente Dottino, erano graditi ospiti di casa Agnelli. [...] Piacente, brillante, mondanissimo, ottimo sciatore, buon tennista, socio del Circolo della Caccia, l’ex allievo del collegio Rosmini di Domodossola e promettente psichiatra aveva conosciuto Sabrina sullo yacht della principessa Olimpia Torlonia in crociera nel Mediterraneo. Si sposarono l’anno dopo, il 18 gennaio 1969 alle 11 e mezzo del mattino, 10 gradi sotto zero, municipio di Morges, tra Losanna e Ginevra. Lui aveva 31 anni, lei 40 e un vestitino di cachemire rosa, fazzoletto annodato sotto il mento, calze e guanti di filo bianco. Accanto l’amica del cuore Capucine e il piccolo Sean, 9 anni, figlio (somigliantissimo) del primo marito Mel Ferrer. Matrimonio paparazzatissimo e già allora blindato da esclusiva. La Hepburn era ansiosa, lui la calmò così: “Stai calma, amore, solo un minuto e andremo via”. Dicono che il segreto della loro unione, che comunque durò 13 anni (nel 1982 il divorzio) e da cui nacque Luca, sia stata proprio la grande capacità che Dotti aveva di capire e rassicurare la delicata diva. Piaceva alle donne, Andrea. E questo alla fine guastò l’unione con la Hepburn che lo accusò di ripetute infedeltà. Gran conversatore, gran ballerino, gran viaggiatore (quando la prima classe Alitalia era a 10 posti e non per tutti), irresistibile playboy come lo zio Mario Bandini che conquistò Kim Novak. Tornato scapolo, non si era negato le avventure. “Non c’era nobildonna inglese di passaggio a Roma che non fosse caduta nella sua rete”, rammenta qualcuno. “Ha vissuto e si è divertito”. “Le signore adoravano farsi accompagnare da lui ai ricevimenti mondani”, conferma il principe Carlo Giovanelli. “Andrea era insostituibile, non c’era party importante a cui non fosse invitato, la Hepburn era affascinata dal bel mondo in cui lui l’aveva introdotta. Palazzi, stemmi, fiaccole, camerieri in livrea”. Sapeva però conquistare anche gli uomini. “Era soprattutto un grandissimo signore, lo è stato fino all’ultimo”, racconta l’amico di sempre Mario D’Urso. Si erano conosciuti subito dopo il liceo. Da allora una vita insieme, a Gstaad e Courchevel, a Parigi, a Londra, nei palazzi romani e in giro per il mondo. “La persona più simpatica, spiritosa e divertente che abbia mai incontrato. Adorato da uomini e donne, ero quasi geloso del suo formidabile sense of humor, provavo una sorta di complesso di inferiorità. Andrea aveva la battuta prontissima, mai cattiva, era allegro, ci faceva bene al fegato”. Piaceva persino ai fotografi che lo braccavano da Roma a Sabaudia. Ricorda Umberto Pizzi, decano dei paparazzi: “Ci sfuggiva ma era gentile. Una volta lo incontrai per strada e gli chiesi: dottò, ma se per caso le capitasse in cura un fotografo, che cosa gli farebbe? E lui: l’elettroshock” [...]» (“Corriere della Sera” 2/10/2007) • Il decesso avvenne al termine di una serie di interventi subiti nella clinica Mater Dei di Roma, fu fatta l’autopsia e si parlò dell’ennesimo caso, stavolta eccellente, di malasanità.