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 2011  giugno 09 Giovedì calendario

2 articoli - UNA VITA A CREDITO COMPRI OGGI PAGHI DOMANI - L´auto, il motorino, il frigorifero sono i classici beni durevoli di cui in tempi di crisi si rimanda volentieri l´acquisto a periodi finanziari più floridi

2 articoli - UNA VITA A CREDITO COMPRI OGGI PAGHI DOMANI - L´auto, il motorino, il frigorifero sono i classici beni durevoli di cui in tempi di crisi si rimanda volentieri l´acquisto a periodi finanziari più floridi. A maggior ragione se il pagamento deve avvenire in contanti e sull´unghia. Già se ci fosse la possibilità di un finanziamento, pagando a rate mensili piccole piccole, il discorso cambierebbe. Secondo una ricerca Gfk Eurisko per Assofin condotta nel 2010 su un campione rappresentativo di italiani, il 28 per cento degli intervistati avrebbe rinunciato all´acquisto di un bene o servizio se non avesse potuto far ricorso al finanziamento o al prestito, il 30 per cento lo avrebbe rimandato. Con tutto ciò che ne consegue per l´economia nel suo complesso. Mediamente in Italia vengono sottoscritti sei milioni di contratti all´anno di credito al consumo. In questo modo 7,3 milioni famiglie - la metà della popolazione italiana adulta - possono acquistare beni e servizi, anche concedendosi qualche piccola gratificazione, senza intaccare il gruzzolo dei risparmi. Una tendenza che nel nostro paese ha fatto registrare una crescita costante solo negli ultimi anni, arrivando nel 2010 a un volume di erogato (consistenze) di 114 miliardi di euro, il 18 per cento del credito complessivo (dati Banca d´Italia).Infatti gli italiani, rispetto al resto degli europei, hanno un atteggiamento molto prudente nell´indebitarsi e se lo fanno non lo fanno per colmare un gap reddituale duraturo ma per anticipare l´acquisto di beni e servizi. Peraltro senza sforare mediamente la consistenza procapite dei duemila euro, tra le più basse d´Europa. Dato confermato anche dall´incidenza del credito al consumo sul pil, il 7,4 per cento, nettamente più basso rispetto alla media dell´Europa a 15, che si attesta al 9,4 per cento. Se poi si confronta il dato nazionale con quello britannico per esempio - 16,2 per cento - o con quello tedesco - 9,4 per cento - ci si rende conto dell´atteggiamento molto cauto delle famiglie italiane e anche di una cultura del ricorso al credito ancora acerba, che invece si è sviluppata sia in Europa che oltreoceano. In Italia il credito al consumo ha iniziato a svilupparsi verso la metà degli anni Ottanta ma è solo verso la fine dei Novanta che inizia a diffondersi per poi registrare una crescita a ritmi serrati dal 2003 fino al 2007, con un incremento record del 9,5 per cento, sceso poi all´1,2 per cento nel 2008. Il segno negativo è iniziato ad apparire dal 2009, l´anno nero per l´economia globale, in cui la flessione è stata dell´11,3 per cento.Nell´ultimo anno ci sono stati piccoli segnali di ripresa (-5, 30 per cento nel 2010 e -3,4 per cento nei primi quattro mesi del 2011), trainata soprattutto dai prestiti personali, che non richiedono intermediazione e che possono essere utilizzati per l´acquisto di beni e servizi di varia natura. In questo modo i consumi rimangono sostenuti, a tutto vantaggio sia delle imprese che delle famiglie stesse. Il settore del credito al consumo infatti da una parte impiega oltre 13mila dipendenti e dall´altra permette alle aziende di mantenere il giro di affari: senza questo servizio i concessionari avrebbero visto ridurre del 51 per cento i loro volumi di vendita, i negozi di elettrodomestici, elettronica e arredamento del 25 (dati 2010 Gfk Eurisko). E allora finanziamo sì, ma con prudenza. AGNESE ANANASSO , la Repubblica 9/6/2011 RATA A MISURA DI REDDITO IL CALCOLO SI FA IN POCHI CLICK - Ti puoi permettere di acquistare a rate un´auto di media cilindrata oppure un salotto di design o un set di elettrodomestici? E anche: sei in grado di chiedere un prestito senza trovarti in difficoltà alle scadenze previste per il rimborso? Se aggiungiamo l´incertezza sui mutui (ce la farò a pagarlo?) il ventaglio dei timori più diffusi che attanagliano molte famiglie nel loro rapporto con l´accesso al credito è pressoché completo. Fino ad oggi per rispondere a queste domande o si facevano due calcoli con carta e penna oppure ci si affidava ad un consulente non sempre disinteressato. Adesso, però, è online la nuova versione di Monitorata (www.monitorata.it), un servizio completamente gratuito (e svincolato da ogni offerta commerciale) che consente di valutare la propria capacità di credito. Monitorata garantisce l´anonimato e non può essere utilizzato per operazioni di marketing. Nato da un progetto promosso da Assofin (l´associazione che raccoglie i principali operatori finanziari del credito al consumo e del finanziamento immobiliare) Monitorata è stata messo a punto dai ricercatori del dottorato in Banca e finanza dell´università di Roma Tor Vergata. A poterne usufruire sarà chiunque stia valutando di chiedere un prestito, un mutuo o di pagare a rate un bene o un servizio. E soprattutto chiunque si stia chiedendo se la rata che dovrà pagare è compatibile con la propria situazione finanziaria attuale. Il percorso online di Monitorata è diviso in due parti. Nella prima l´utente dovrà indicare una serie di dati, dallo stipendio all´affitto mensile, dal mutuo alla spesa per le bollette e per i prodotti alimentari. Più le risposte risulteranno precise più sarà attendibile il "verdetto". La seconda parte dell´itinerario proposto si basa su una serie di informazioni statistiche elaborate con sofisticati modelli di calcolo. Questo vuol dire, ad esempio, che due persone che hanno lo stesso reddito ma due professioni differenti possono avere un profilo di rischio differente. Al termine del percorso Monitorata mostra come l´utente si colloca su una scala di colori che va dal verde (sicurezza) al rosso (rischio). E aggiunge alcune indicazioni scritte in forma chiara e concisa. Comunque attenzione: Monitorata non è un oracolo; se le condizioni dell´economia generale (ad esempio i tassi d´interesse) o quelle dell´utente (perdita del lavoro) dovessero cambiare in modo sensibile anche i parametri per l´accesso al credito ne risentirebbero in ugual misura. GIORGIO LONARDI , la Repubblica 9/6/2011