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 2011  giugno 10 Venerdì calendario

TANZI «TRUFFATO» DA FALSI D’AUTORE

Oltre un anno è stato necessario per rintracciare il pedigree delle 112 opere della collezione di Calisto Tanzi, acquistate con i soldi distratti dal gruppo Parmalat. Per venirne a capo la Procura di Parma ha affidato a febbraio 2010 e poi a marzo l’esame tecnico alla storica dell’arte Claudia Collina dell’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna e perito del Tribunale di Bologna dal 1998, che ha lavorato di concerto con il Nucleo dei Carabinieri per la tutela dei Beni artistici, sezione di Bologna, guidato dal capitano Ciro Laudonia, e la restauratrice della Soprintendenza di Parma Clelia Alessandrini. Per dividere il grano dall’oglio la squadra ha scavato negli archivi e nelle fondazioni degli artisti, nei cataloghi ragionati e nella documentazione di librerie specializzate di mezz’Europa, attraverso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Risultato?

Il patron della Parmalat sin dal 1992 si è affidato all’intermediario Paolo Dal Bosco che ha spesso acquistato opere di rappresentanza in asta tra Milano e New York, comprando qualche perla come la «Natura morta» del 1944 di Picasso (pubblicata dal catalogo C. Zervos) da Sotheby’s New York per 167mila dollari e rivenduta poi a Tanzi per 180mila: oggi ha una stima tra 2,8 e 3,5 milioni di euro. Ma Tanzi ha anche acquistato qualche clamoroso falso come i «Giacinti e mele su un giornale» attribuiti a Paul Gauguin per 135mila $ nel 1992 da Christie’s. Sin dal 1953 l’opera ha girato le aste di mezz’Europa a gran velocità, evidentemente scottava, prima di essere dichiarata falsa. Tra le 112 tele sequestrate altre tre – dopo esami radiografici – sono risultate contraffatte: il «Ritratto femminile» di Giovanni Boldini, il «Paesaggio» di Marino Marini e «Le Moulin de la Gallette» di Maurice Utrillo. Anche il famoso disegno di Rembrandt si è rivelato una recente stampa tipografica da un’incisione.

Mentre più di dieci quadri hanno stime milionarie con rivalutazioni estremamente interessanti: la «Falaise au petit Ailly à Varangeville» retrodatata dallo stesso Claude Monet passata di mano per circa un milione di lire, oggi vale tra 2,5 e 3 milioni di euro. Preziose anche la «Natura morta con cesto di mele» di Vincent Van Gogh (1,5-2 milioni) e il Paul Signac «Samois. Ètude n°11» (1,3-1,5 milioni). Ora la raccolta resterà chiusa nei depositi della Soprintendenza di Parma fino a sentenza. Il commissario straordinario Enrico Bondi deciderà, infine, se metterla all’asta, la stima tecnica va da 16,1 a 27,8 milioni di euro.