Caterina Visco, l’Espresso 16/6/2011, 16 giugno 2011
MA DOVE VAI SENZA LINKEDIN?
Ora che LinkedIn ha sbancato Wall Street, il fenomeno dei social networking è ufficialmente una realtà imprescindibile del mercato del lavoro. Le cifre parlano chiaro: 100 milioni di iscritti a LinkedIn, 35 milioni a Viadeo, 10,8 milioni a Xing: cioè i principali siti che consentono socialità finalizzata alla carriera e ai rapporti professionali. Senza dire dei nuovi portali che nascono come funghi per sfruttare queste reti al meglio: come creare il proprio profilo, come cercare le figure professionali che ti servono, a quali gruppi iscriversi, cosa non pubblicare.
E se molti sono stupiti dall’incredibile successo di queste piattaforme, non lo sono certo gli addetti ai lavori, come Mariano Corso dell’Osservatorio Ict del Politecnico di Milano: "Il boom dei social network pro (dove pro sta per professionale, ndr), riflette il cambiamento del mondo del lavoro: mobilità e flessibilità hanno cambiato le regole del gioco. Oggi, in media si resta in un’azienda 18 mesi, la modalità di lavoro è sempre più esterna, si fa consulenza e si sta poco in ufficio". Così si trova quasi tutto on line: i colleghi con cui confrontarsi, le informazioni di cui si ha bisogno, i nuovi clienti.
Primo, l’immagine
Se la rete diventa il nuovo "luogo di lavoro", allora bisogna essere presentabili. Proprio come ci preoccupiamo del nostro aspetto in ufficio, altrettanto deve essere on line. Soprattutto se vogliamo sfruttare le piattaforme professionali per trovare un nuovo lavoro o per cambiare quello attuale dobbiamo prestare molta attenzione a ciò che risulta dalla nostra immagine digitale. Sempre più spesso, infatti, i cacciatori di teste si rivolgono a questi strumenti per la selezione. Secondo il 2010 Jobvite Social Recruiting Survey, lo scorso anno l’80 per cento delle aziende negli Stati Uniti avrebbe cercato nuovo personale attraverso i social network. Secondo LinkedIn, invece, il 69 per cento delle Fortune 100 (le cento migliori aziende per cui lavorare) usa la sua piattaforma per il recruiting, e Viadeo annovera tra i suoi clienti le principali compagnie di headhunters. Su LinkedIn ci sono cento milioni di curriculum vitae, un database che nessuna agenzia di collocamento ha mai sognato. In Italia, già il 32 per cento dei responsabili delle risorse umane usa il Web per le proprie ricerche, e i numeri sono in aumento."Oggi è più importante che mai investire tanto nella propria immagine digitale, quanto in quella off line. Siamo quello che la Rete dice di noi", spiega Richard George, European Pr Manager di LinkedIn.
Così ci si aggiorna nel 2011
Un social network però è molto di più di una vetrina: "Quella è solo la prima funzione, ma ve ne sono molte altre: serve ad aumentare l’efficacia, a partecipare a gruppi di discussione, ed è uno strumento di collaborazione", dice Dan Serfaty, Ceo e fondatore di Viadeo. Andiamo nel dettaglio. In primo luogo l’efficacia: se si ha una buona rete di contatti, si sarà in grado di cavarsela in quasi ogni situazione: basterà avere a portata di mano la persona adatta a cui chiedere aiuto. Questo vuol dire che i contatti dovranno essere selezionati con cura. In secondo luogo il social network permette di partecipare a riunioni a diversi capi del mondo nello stesso giorno senza muoversi dalla sedia, grazie a servizi di videoconferenza e condivisione di documenti. Infine, queste piattaforme ti tengono costantemente informato e aggiornato grazie a gruppi e forum su tematiche specifiche. "Come su Facebook ci si può iscrivere al gruppo sui Metallica o su Lady Gaga per condividere informazioni sulle proprie passioni musicali, così su Viadeo si possono seguire le discussioni del forum sul media marketing nei Paesi emergenti, sul cloud computing o sui mercati finanziari", dice il presidente di Viadeo. Proprio per cavalcare questa funzione di informazione-formazione, l’azienda ha sviluppato una funzione ad hoc che sarà operativa a giorni: "Si chiama Smart News: usando le informazioni fornite dai contatti e attraverso alcune parole chiave che ci segnaleranno, pubblicheremo sulla dashboard di ciascuno le informazioni che più potrebbero interessare. Al momento la bacheca dei social network professionali è noiosa: su Facebook leggo di cosa hanno fatto o cosa pensano i miei contatti, e mi interessa perché sono i miei amici; su un social site professionale, invece, cerco altro come per esempio le novità nel mio campo di business", sottolinea Serfaty.
Il futuro è verticale
Al momento chi non ha ancora deciso come pensarla sui social network professionali sono le aziende. "Non hanno ancora compreso completamente questo fenomeno e cercano di mettere a punto diverse possibili strategie", dice Corso. Da un lato, infatti, le imprese temono l’apertura verso l’esterno che queste piattaforme permettono ai dipendenti di avere, dall’altra ne vorrebbero sfruttare le potenzialità. A seconda di quale di questi due sentimenti prevale, si decide o di vietare l’accesso da parte dei dipendenti a queste piattaforme, di chiudere un occhio, o addirittura di crearne di proprie, interne all’azienda, come è capitato a Mediaworld o Banca Intesa. Si chiamano corporate social network, sono chiusi e usati sia per migliorare e valutare il clima interno e l’efficacia della comunicazione sia per creare coesione tra i dipendenti e con l’azienda. Talvolta, poi un’impresa può invece decidere di sfruttarli come vero e proprio strumento di business. Quest’ultima scelta apre la strada a una nuova evoluzione dei social network professionali di cui è capofila Viadeo: "Noi siamo nati proprio come tool per imprenditori, e lavoriamo moltissimo in questa direzione", conferma il presidente Saferty. Altro possibile settore di sviluppo, quello specialistico: "Puntare sulla verticalizzazione, creando piattaforme per specifiche professioni, per esempio dedicate ai professionisti della moda o del cinema", spiega Saferty. Perché LinkedIn, a Wall Street, resti solo il meno possibile.n
Le 10 regole per non sbagliare
Come sempre quando si caricano dei contenuti on line, il Web 2.0 è un’arma a doppio taglio: utilissima se usata bene, catastrofica se non si mettono in pratica alcuni accorgimenti. Questo vale ancora di più per i social network professionali, dove l’immagine che si fornisce di se stessi è fondamentale per il proprio successo o insuccesso. Ecco dunque alcuni consigli utili per chi intende iscriversi a LinkedIn o simili.
1. Creare un profilo ricco. Lo scopo è farsi trovare e osservare, quindi più informazioni utili si danno, più si hanno chance di emergere dai motori di ricerca ed essere visti da chi cerca le nostre competenze. Una fotografia è sempre apprezzata.
2. Essere informali. è buona regola aggiungere alcune informazioni personali, usare un linguaggio semplice e frasi brevi. Tuttavia questo non vuol dire raccontare quanto ci piace la pesca, i film di Kubrick e l’Heavy Metal: meglio inserire soltanto dati utili al profilo professionale.
3. Non esagerare con i contatti. Più che avere molti contatti, è importante avere quelli giusti: un buon mix tra le persone che si conoscono solo di vista ma con cui si vuole restare connessi, e quelle con cui si lavora o si ha lavorato e dalle quali si possono avere raccomandazioni o presentazioni.
4. E-mail riservata. Rendere pubblica a tutti la propria e-mail vuol dire essere disperati. Meglio affidare la comunicazione al social network o lasciare che siano gli amici a fare da ponte. Una volta stabilito il contatto, ci si potrà scambiare l’indirizzo in privato.
5. Osare con il Q&A. Fare domande e dare risposte che siano ben valutate è un ottimo biglietto da visita. Ma non si devono porre quesiti che siano già stati dibattuti o dare risposte scontate.
6. Gruppi e blog. Partecipare ai gruppi è un modo per farsi conoscere, trovare partner o clienti o restare aggiornati sui temi di interesse. In poche parole: è fondamentale.
7. Attenzione al linguaggio. Oltre a essere sempre grammaticalmente e ortograficamente corretto, ogni contenuto deve anche essere "pulito". Le parole sono il primo biglietto da visita. Quindi, prima di postare qualsiasi contenuto, leggete e rileggete più volte quello che avete scritto.
8. Non disturbare. Niente spam, niente domande sciocche, niente messaggi e conversazioni inutili. Non essere inopportuni è molto apprezzato in Rete. E tanto più all’interno di social network pragmatici e privi di chiacchiere come quelli professionali.
9. Educazione. Come nella vita off line è bene ringraziare chi risponde alle domande o offre consigli e suggerimenti, anche in quella on line è bene presentarsi prima di cominciare una conversazione, e chiedere scusa quando si disturba qualcuno con una richiesta.
10. Non raccomandate chiunque. Meglio evitare di raccomandare i legami deboli o i contatti di secondo grado: se si sbaglia non si potrà mai più presentare nessuno. Parole d’ordine: onestà, trasparenza e cautela.
C.V.
E in Italia ci sono anche questi
In Italia quello dei social network professionali è un fenomeno in costante crescita. Ecco alcuni esempi particolari:
iPress Live
Un social network per giornalisti e uffici stampa con un motore di ricerca dedicato a notizie, comunicati, conferenze, eventi e con un archivio multimediale. (ipress.live.it)
PanMind
Piattaforma web per ricercatori lontani geograficamente che vogliono collaborare o creare gruppi di lavoro. A disposizione ci sono diversi tool: condivisione di file, documenti editabili in gruppo, un calendario condiviso, messaggistica, chat privata, strumenti per creare liste di cose da fare e per suddividere i compiti. (panmind.com)
Binf - Business in Fashion
In Italia ogni anno scuole e accademie di settore sfornano oltre 6000 professionisti della moda. Questo è il primo social network dedicato a loro: stilisti, modelli, manager, redattori, buyer, showroom, agenti, boutique, make up artist, fotografi. In aggiunta c’è un servizio per l’organizzazione di eventi e sfilate. (businessinfashion.com)
La scuola che funziona
È una delle community della scuola più attive: aperta nel 2009 conta quasi 1600 iscritti. Oltre ai profili personali, ai gruppi di discussione, alla possibilità di caricare video, c’è l’aula virtuale per videoconferenze live, uno spazio wiki e una sezione progetti. L’obiettivo è promuovere buone pratiche di didattica. (lascuolachefunziona.it)