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 2011  giugno 10 Venerdì calendario

SILVIO: TASSE GIÙ. STAVOLTA È VERO


I rapporti personali restano assai tesi. A chi arrivava ieri al Consiglio dei ministri non è sfuggito quel gran gesticolare e discutere di Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi, entrambi tutt’altro che sorridenti. Ma nei fatti a pochi giorni dal varo della finanziaria triennale 2012-2014 un armistizio sembra siglato fra i due. Anche se sembra più una resa obbligata del ministro dell’Economia al suo presidente del Consiglio che ha rivendicato con decisione la guida della politica economica. La griglia dei provvedimenti dovrebbe dunque essere questa: alla finanziaria triennale si aggiungerà una correzione dei conti pubblici già nel 2011 per 3 miliardi di euro. Siccome entrerà in vigore dal primo di luglio e opererà su sei mesi, il suo valore effettivo sarà di 6 miliardi di euro (Tremonti ne chiedeva 9). Al suo interno conterrà tagli di spesa strutturali, che quindi opereranno anche negli anni successivi per un valore di 6 miliardi di euro all’anno. Questo anticipo consentirà di alleggerire e spalmare un po’ di più la proposta iniziale di Tremonti: 8 miliardi nel 2012, 12 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014 per arrivare alla fine di quell’anno al pareggio di bilancio. Berlusconi ha chiesto non più di 3 miliardi di ulteriori tagli nel 2012 e poco di più l’anno successivo. Tremonti resta contrario a rinviare tutto sull’anno post-elettorale, ma alla fine sembra che sia disponibile a una manovra di 5+7 nel biennio e il resto rinviato all’anno successivo nella speranza che il Pil possa dare una mano per alleggerirla.
Si fa – come chiedeva il premier – la riforma fiscale. Ma si fa come pretendeva Tremonti a costo zero per il bilancio dello Stato. L’ipotesi su cui si sta ragionando è proprio quella che aveva anticipato domenica Libero e un po’ sgradevolmente e avventatamente smentito poche ore dopo il ministro dell’Economia. Si utilizzerà infatti il documento proveniente dal tavolo istituito dal ministero e guidato da Vieri Ceriani (Bankitalia) sull’erosione fiscale, che aveva individuato 476 agevolazioni esistenti che hanno un costo complessivo di 196,3 miliardi di euro. Invece di sopprimerne una parte, si taglierà il plafond di ciascuna del 10 per cento ricavando così 19 miliardi di euro che dovranno finanziare la riforma del fisco. Il disegno di legge delega prevederà un taglio progressivo della aliquota Irpef base dal 23 al 20 per cento mentre per un taglio progressivo dell’Irap ci si poggerà sulla rimodulazione delle aliquote Iva esistenti. Anche se pluriennale, la riduzione Ire (che riguarderà tutti, perché l’imposta è progressiva) inizierà a fare sentire i suoi effetti nelle buste paga del mese di gennaio 2012 per tutti i lavoratori dipendenti.
In questi giorni Tremonti ha fatto sempre il bastian contrario, ma a dire il vero era proprio questa la carta di riserva che lui stesso aveva spiegato ai suoi collaboratori al ministero, avendo compreso dagli amici della Lega Nord la necessità di dare un segnale all’elettorato di centrodestra sulla riforma del fisco.
Resta il clima difficile (ufficialmente ieri smentito da Berlusconi) fra il premier e il suo ministro dell’Economia. E insieme a quello anche un moltiplicarsi dei vicendevoli sospetti che sta assai agitando un appuntamento politico rilevante come il raduno della Lega a Pontida. Nel Carroccio come nel Pdl stanno circolando voci autorevoli di possibili infiltrazioni fra i militanti che accorreranno lì in quei giorni, allo scopo di fischiare Umberto Bossi e spingerlo alla rottura con Berlusconi. Difficile capire l’attendibilità di queste informazioni, ma si sono già scatenate tutte le dietrologie possibili sulla regia di una simile operazione. E non aiutano il clima generale nella maggioranza.

Franco Bechis