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 2011  giugno 10 Venerdì calendario

«HA IL CONTO BANCOPOSTA? ORA LE FRUTTERA’ LO 0,00%»

Il Bancoposta azzera gli interessi ai propri correntisti. La nuova incredibile proposta è contenuta nelle oltre cinque milioni e mezzo di lettere che, in questi giorni, stanno arrivando al domicilio di tutti correntisti di Bancoposta. «Si informa – si legge nella lettera – che il tasso di credito, a partire dal primo settembre, passerà dallo 0,15% allo 0,00 per cento».
Lo hanno già definito il "non tasso", una proposta che - a prima vista - potrebbe rivelarsi un suicidio commerciale e concretizzarsi con una fuga di massa dei risparmiatori. Di sicuro, non arriva nei giorni più propizi per Poste spa, la cui attività nei 60mila sportelli sparsi per la penisola è tornata alla normalità solo ieri, dopo giorni di disservizi causati dal sistema informatico andato in tilt.
Ma la realtà è molto più complessa. L´idea dell´amministratore delegato Massimo Sarmi e dei suoi manager è proprio quella di spingere i correntisti a chiudere il conto Bancoposta. E allo stesso tempo convincerli a passare a un nuovo prodotto, che verrà pubblicizzato per tutta l´estate. Senza troppa fantasia lo hanno battezzato "Banco Posta più", con vantaggi e svantaggi completamente diversi dal precedente.
Il Bancoposta in via di rottamazione deve il suo successo - a detta degli addetti ai lavori - alla semplicità e alla trasparenza dell´offerta: gli unici costi sono i 30,99 euro annui della tenuta conto, cui si sommano i 10 euro sempre all´anno per il bancomat. In cambio, un tasso che ora è pari dello 0,15%. Ora si cambia, con la nuova offerta che assomiglia molto di più a quanto si è solito contrattare in banca: i costi di tenuta conto vengono azzerati a patto di accreditare lo stipendio o la pensione, chiedere la domiciliazione delle bollette e una carta di credito. Lo stesso per il bancomat: i 10 euro vengono azzerati solo con l´accredito di stipendio/pensione e la domiciliazione delle bollette. E il tasso? Sale, si fa per dire, allo 0,25%, ma diventa dell´1%, sempre con la solita clausola dell´accredito stipendio e richiesta carta di credito.
«Vogliamo spingere i nostri correntisti verso un conto più evoluto», è la giustificazione degli esperti di Poste spa. Ma dai consumatori il punto di vista è diverso: «A questo punto è chiaro che le Poste si stanno comportando sempre di più come una banca tradizionale, lo spirito iniziale del Bancoposta era diverso».
Non hanno tutti i torti. Quando nacque, undici anni fa, il Bancoposta era stato pensato dall´allora ad Corrado Passera e dal suo manager Massimo Arrighetti (il vero ideatore del prodotto) per fare concorrenza alla banche proprio sfruttando il lato "oscuro" dei costi dei conti correnti. Non a caso, il mondo del credito aveva fatto terra bruciata attorno alle iniziative delle Poste. Non solo aveva avuto contro l´ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, ma per poter distribuire il bancomat ai suoi correntisti, Passera si era dovuto rivolgere a un circuito estero, per la precisione a "Maestro": il qualche proprio grazie all´accordo con Poste spa è diventato il leader in Europa.
Ma non è un errore l´accusa di voler sempre più una banca e sempre meno un´azienda che recapita pacchi e raccomandate. Da un lato, sotto la pressione di Confindustria ma anche dell´Unione europea, c´è la concorrenza crescente degli spedizionieri privati, i quali mano a mano che riescono a conquistare quote di mercato, erodono margini di guadagno a Poste spa. Quello che perde nel settore "tradizionale", l´ad Sarmi se lo vuole riprendere "vendendo" conti correnti, ma anche di polizze Vita (9,5 miliardi raccolti nel 2010) e utenze telefoniche (oltre 2 milioni di sim attivate). C´è di più, come noto: l´obiettivo è diventare il perno centrale di quella Banca del Mezzogiorno che nelle intenzioni del ministro dell´Economia Giulio Tremonti sarà il motore finanziario per la ripresa economica del Sud Italia. Un obiettivo che, a quanto pare, sta trasformando sempre più Sarmi da postino a banchiere.