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 2011  giugno 10 Venerdì calendario

IL PARADOSSO DEGLI EMIRATI

Le pompe di benzina sono rimaste vuote per quasi due settimane in un Paese che vanta le più grandi riserve di petrolio del mondo. Questo è imbarazzante per gli Emirati Arabi Uniti che non hanno fornito alcuna spiegazione plausibile per l’incongruenza. Si potrebbero incolpare problemi tecnici eccezionali ma più probabilmente la situazione può essere vista come il risultato dell’assurda politica di sussidi del governo, aggravata da alcuni difetti del settore. Questa è la terza volta che le pompe rimangono vuote negli Emirati Arabi Uniti in 10 mesi, nel bel mezzo di crescenti segnali di difficoltà del settore di proprietà statale. Forse la colpa dell’attuale problema è attribuibile a difficoltà di stoccaggio o di manutenzione relative alle pompe di due dei quattro fornitori del Paese.

Ma ci sono cause più serie per questa incredibile situazione. Le finanze dei fornitori sono in difficoltà, poiché non sono loro a decidere i prezzi. Il petrolio negli Eau, come in altri Paesi del Golfo, usufruisce di molti sussidi e il governo federale stabilisce il limite dei prezzi. I quattro fornitori non possono cambiare unilateralmente i prezzi per i consumatori. Enoc ritiene che sarà necessario oltre 1 miliardo di dollari per compensare il costo del carburante sovvenzionato nel 2011. Ed Emarat ha rivelato a gennaio di essere stata ristrutturata per poter «ritornare al profitto».

Il governo ha adottato alcune misure per risanare l’economia e dallo scorso aprile ha aumentato i prezzi della benzina del 26 per cento, portandoli a 0,46 dollari al litro, ovvero 1,7 dollari al gallone. Questo aumento, il maggiore in assoluto nel Golfo, contribuirà a migliorare il cash flow dei fornitori. Ma ciò significa sempre che fare il pieno di un’autovettura rimane ancora meno caro che pranzare. E ora i disordini arabi che si diffondono nella regione sembrano avere bloccato ulteriori aumenti dei prezzi, poiché il governo teme di alimentare i disordini.