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 2011  giugno 15 Mercoledì calendario

MEDJUGORJE – IL MISTERO DELLE APPARIZIONI


Le apparizioni della Madonna a Medjugorje ebbero inizio il 24 giugno 1981, cioè trent’anni fa. «Quel pomeriggio», mi raccontò Marija Pavlovic, una delle veggenti, «due mie amiche, Ivanka e Mirjana, erano andate sulla collina del Podbrdo a pascolare le pecore. Improvvisamente, verso le quattro del pomeriggio videro dei lampi. Guardarono il cielo, ma era limpido. Dopo qualche attimo, ancora dei lampi, fortissimi. Alzarono di nuovo lo sguardo verso il cielo. “Guarda, c’è la Madonna”, disse Ivanka. Mirjana si mise a ridere, ma, guardando nella direzione indicata dall’amica, vide una misteriosa immagine, che emanava una luce accecante. Le due ragazze rimasero attonite e, poi, fuggirono spaventate. Arrivate nella nostra contrada, raccontarono ciò che avevano visto. Nessuno ci credeva. Alcuni ragazzi decisero di tornare sulla collina a controllare. Ivanka e Mirjana li accompagnarono e la Madonna era ancora là. Tutti la videro. Rimasero frastornati per alcuni minuti e poi via di corsa, giù per la collina impauriti. Il loro racconto sconvolse la gente della nostra contrada», continuò Marija. «La voce si sparse anche nelle zone vicine. II giorno dopo non si parlava d’altro. Nel pomeriggio, quelli che avevano visto la misteriosa immagine sentirono una forza tremenda che li spingeva di nuovo sul Podbrdo. Genitori, fratelli, parenti decisero di accompagnarli. E ci andai anch’io. Arrivati lassù, improvvisamente, vedemmo dei lampi fortissimi. "Ecco, anche ieri è cominciato così", disse la mia amica. Poi, come per incanto, sulla cima della collina apparve una nube bianca e al suo interno un’immagine bellissima, piena di luce. Era molto lontana da noi, ma la vedevo vicina, come se guardassi con il binocolo. Caddi in ginocchio in preda a un’emozione fortissima. Seppi, poi, che tra tutte le persone presenti quel giorno sul Podbrdo, solo in sei vedemmo la Madonna: Ivan, che aveva 16 anni, Jakov, 10, Mirjana, 16, Ivanka, 15, Vicka, 17, e io, che avevo 16 anni. E, da allora, noi sei abbiamo continuato a vedere la Madonna tutti i giorni».
Questo è l’inizio di un lungo e dettagliato racconto che Marija Pavlovic mi fece nel 1990. Ero stato inviato dal giornale per il quale allora lavoravo per raccogliere la storia delle apparizioni dalla voce degli stessi veggenti. Rimasi a Medjugorje una settimana. Tutte le mattine andavo a casa di Marija. La ragazza mi faceva il caffè e poi raccontava. Da quella prima misteriosa esperienza del lontano 24 giugno 1981 è scaturito il più eclatante evento religioso del nostro tempo. Medjugorje, che si trova in Bosnia-Erzegovina, faceva allora parte della Jugoslavia, governata da un regime comunista. La notizia delle apparizioni della Madonna in un Paese ateo comunista si diffuse con rapidità. Molte persone cominciarono a recarsi nella piccola località. La polizia fece di tutto per fermare i pellegrini stranieri, ma senza riuscirci. Tentò con ogni mezzo di convincere i veggenti a dichiarare di essersi inventati tutto. I ragazzi furono sottoposti a lunghi interrogatori intimidatori, rinchiusi in prigione. Alcuni psichiatri furono incaricati di fare loro il lavaggio del cervello. Ma inutilmente. La Madonna continuò ad apparire. I pellegrini diventarono folle. Si registrarono conversioni, guarigioni. Gli organi di stampa contribuirono a far conoscere quell’evento in tutto il mondo. Si calcola che centinaia di milioni di persone sappiano delle apparizioni di Medjugorje. Inoltre, per la prima volta nella storia, la scienza ebbe un ruolo primario in un evento di tipo mistico. Alcune équipe mediche internazionali poterono sottoporre a meticolose analisi i veggenti durante il fenomeno dell’estasi, provocata dall’apparizione, e tutti i responsi furono positivi: per la scienza i veggenti erano sani mentalmente e fisicamente, oltre che sinceri. Finora, però, la Chiesa non ha espresso ufficialmente alcun giudizio. Secondo il canonico, dovrebbe essere il vescovo locale a esaminare il caso e a giudicarlo. Medjugorje fa parte della diocesi di Mostar e vescovo di quella città era, al tempo, monsignor Pavao Zanic (scomparso nel 2000), che, dopo un breve entusiasmo, divenne un avversario irriducibile di quei fatti. Definì le apparizioni di Medjugorje «la più grande truffa nella storia della Chiesa». Nel 1993 monsignor Zanic venne sostituito da monsignor Ratko Peric, che ha tenuto e continua a tenere la stessa linea di condanna nei confronti del fenomeno.
Papa Giovanni Paolo II, invece, era convinto che si trattasse di un evento soprannaturale e in varie occasioni espresse questa sua certezza. Nel 1982 fu istituita una commissione teologica per esaminare i fatti. Due anni dopo venne ampliata e nel 1987 posta sotto la guida del cardinale Franjo Kuharic, ma non formulò mai giudizi. Dal momento che i devoti aumentavano, il Vaticano concesse ugualmente che si potessero fare pellegrinaggi "privati", ma accompagnati da sacerdoti.
Con l’elezione a pontefice di Joseph Ratzinger, teologo rigoroso, molti pensarono che il "caso Medjugorje" sarebbe stato definitivamente chiuso. Anche perché nel frattempo si erano verificate vicende poco chiare, con coinvolgimento di religiosi che erano stati testimoni storici delle apparizioni. Alcuni furono allontanati, altri condannati. Nel 2009 circolarono voci di un imminente intervento della Congregazione per la dottrina della fede, che avrebbe sconfessato la soprannaturalità delle apparizioni di Medjugorje. Ma, proprio allora, accadde un fatto inatteso. Alla fine di quell’anno il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, decise di andare in pellegrinaggio sui luoghi delle apparizioni. E decise di andarvi guidando un pellegrinaggio della sua diocesi. II cardinale rimase a Medjugorje sei giorni, incontrò i veggenti, predicò in chiesa, celebrò la messa dell’ultimo dell’anno, tenendo una bellissima omelia. Della sua presenza si interessarono giornalisti, televisioni, agenzie di stampa. Il cardinale manifestò pubblicamente il suo entusiasmo per il luogo.
Il cardinale Christoph Schönborn è una colonna della Chiesa, non solo perché arcivescovo di una città come Vienna, ma perché è uno dei più importanti teologi cattolici. È stato prima allievo e poi stretto collaboratore di Joseph Ratzinger. Attualmente è membro di vari dicasteri vaticani, ma soprattutto della Congregazione per la dottrina della fede, che è deputata a dare giudizi sulle apparizioni di Medjugorie.
La visita del cardinale di Vienna ha, quindi, rovesciato la situazione. Con le sue dichiarazioni ha fatto capire che egli, come Giovanni Paolo II, crede all’autenticità delle apparizioni. E le conseguenze positive sono state immediate. Nel marzo 2010 Benedetto XVI ha incaricato il cardinale Camillo Ruini, per anni presidente della Conferenza episcopale italiana, di guidare una nuova commissione d’inchiesta, allo scopo di arrivare finalmente a conclusioni definitive. La commissione, formata da cardinali e vescovi, teologi, medici e psicologi laici, è al lavoro e le conclusioni potrebbero essere vicine.

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Mirjana Dragicevic, 46 anni, avrebbe il compito di rivelare i segreti al mondo tre giorni prima che i fatti si avverino.

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Ivan Dragicevic, 46 anni, e Marija Pavlovic, 46, sostengono di avere apparizioni quotidiane. Gli altri tre veggenti sono Jakov Colo, Vicka Ivankovic e Ivanka Ivankovic.

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Si calcola che dal 1981 siano passati per Medjugorje oltre 80 milioni di devoti.