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 2011  giugno 09 Giovedì calendario

LA SICUREZZA IN PUNTA DI DITA - A

molti è capitato di avere la carta di credito clonata. Ma non per tutti il furto si è trasformato nell’occasione per avviare un’avventura imprenditoriale che potrebbe mettere al sicuro le identità e i conti di milioni di persone. Sulla base di un’idea semplice: abbinare il sistema biometrico alle carte di credito. Era il 2004 quando Fabrizio Borracci, dipendente di un’agenzia di servizi automobilistici, si accorse mentre era all’estero che dal suo bancomat gli era stata sottratta una somma: «Non so da quanto tempo andasse avanti – ricorda –, ma fu l’occasione per realizzare che si trattava di un fenomeno enorme».

Iniziò a studiare, con un’idea in testa: sviluppare una soluzione in grado di garantire le persone che si trovano ogni giorno a fare i conti con i rischi legati al furto di identità e di dati. Intuì che quella soluzione poteva venire dalla biometria: l’impronta digitale è unica per ciascun individuo e i sensori di ultima generazione garantiscono un tasso di errore minimo. L’anno successivo aveva messo a punto un business plan da sottoporre alla Start Cup dell’Università di Udine. Non vinse, ma la sola partecipazione fu sufficiente a permettergli di raccogliere un primo finanziamento attraverso Techno Seed, l’incubatore d’impresa del Parco scientifico e tecnologico di Udine, per l’apertura dell’attività di Card Tech.

Il progetto era stato avviato da un ingegnere elettronico brasiliano, a cui lo stesso Borracci pagò il viaggio e tre mesi di soggiorno a Udine. È stato con il suo aiuto che venne messo a punto il brevetto originario, quello che lega l’utilizzo della soluzione biometrica alle carte di credito, al posto di password o codici Pin. Mentre la ricerca proseguiva grazie a un finanziamento a fondo perduto di Friulia, la finanziaria regionale della Regione Friuli Venezia Giulia. i primi anni sono stati assorbiti dall’estensione del brevetto a livello internazionale: «Dovevamo mettere al sicuro l’idea – spiega il presidente di Card Tech, oggi 40enne -: abbiamo dovuto registrare il brevetto in tutto il mondo, dal momento che i grandi gestori di carte di credito hanno sedi ovunque».

Intanto l’idea della startup ha preso forma a partire da una normalissima carta di credito con chip, cui è stato aggiunto un sensore biometrico con metodo capacitivo, in grado di ricostruire in maniera perfetta l’impronta digitale del dito strisciato sopra. In più riconosce anche il calore, per evitare che l’impronta sia "rubata" e ricostruita con altri materiali. Il sensore invia l’immagine dell’impronta al chip, dove è stata "memorizzata" quella del possessore della carta. Solo se i dati coincidono il chip si attiva ed è in grado di svolgere la sua attività di bancomat o di carta di credito. Tutto ruota attorno alla sicurezza: a differenza del Pin, conservato in un server centrale, il matching, la verifica dell’impronta, avviene direttamente all’interno della carta, senza che i dati sulle impronte possano essere intercettati. Accanto al chip sono inserite anche antennina con tecnologia Nfc (Near field communications) per i pagamenti contactless.

Il prototipo è già pronto e Borracci ha contattato diverse banche italiane: «Ora dobbiamo ingegnerizzare il prodotto e pensiamo di avere tutto pronto per l’inizio dell’anno prossimo». Per le banche l’investimento è limitato alla carta in mano all’utente da sostituire, perché il sistema è già pronto a funzionare con gli attuali sportelli bancomat e con tutti gli altri Pos: basta un aggiornamento software del circuito e la carta è pronta a funzionare. Solo in seguito il giovane creatore di Card Tech punta a convincere i circuiti internazionali di carte di credito. Ma la sua Pinkey Smart potrà avere applicazioni anche nel campo della Pubblica amministrazione, sia per le carte sanitarie, sia per la carte d’identità elettroniche (su cui c’è interesse anche dal Sudafrica) il cui progetto è stato ripreso recentemente in Italia.

In attesa dell sviluppo della carta, Borracci non è stato con le mani in mano e proprio poche settimane fa Card Tech ha fatturato i primi contratti per Pinkey Touch, innovativo dispositivo per i pagamenti mobili che unisce la sicurezza dell’impronta digitale agli standard Nfc, Bluetooth e Wifi. Utilizzabile quindi anche per pagamenti via pc senza l’uso di password e codici Pin o la diffusione di dati sensibili. Il primo contratto è stato fatto in Francia con la vendita di kit di sviluppo per nuovi applicativi legati al dispositivo, dotato di sistema operativo open source. Contatti sono stati avviati anche in Cile e Spagna.

Anche in questo caso il sistema territoriale di sostegno all’innovazione ha funzionato. Il progetto è stato inserito in una banca dati gratuita dell’Area Science Park che fornisce una rete di startup a livello internazionale. «Qualche difficoltà l’abbiamo avuta: avere un fido è sempre un’impresa», ammette Borracci. Ma nel complesso il sistema di supporto territoriale del polo friulano e del circuito regionale ha funzionato. «Stiamo cercando soci finanziari nel venture capital nazionale e internazionale – conclude –: se fossimo stati nella Silicon Valley forse avremmo già risolto i problemi dei finanziamenti, ma anche qui in Italia è possibile fare innovazione».