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 2011  giugno 09 Giovedì calendario

NIENTE PIÙ CAVI CON ICLOUD

Il nuovo iTunes si chiama iCloud. Non è un software che si installa, ma un servizio che fa dire «adesso è diventato tutto più facile». Perché non bisogna studiare per usarlo, fa tutto da solo, dietro le quinte. Alla Conferenza mondiale degli sviluppatori di San Francisco Steve Jobs ha detto che il Mac (e il Pc) fanno un passo indietro. Prima al centro della vita digitale, erano l’hub dove si concentravano tutti i contenuti digitali (foto, musica, film, documenti). Adesso, il Mac (e il Pc) diventano come un iPad qualunque: semplici apparecchi da tenere sincronizzati senza fili con la grande rete, con il datacenter della Carolina del Nord, costato un miliardo di dollari ad Apple e che promette meraviglie a partire da quest’autunno.

Uno Steve Jobs sempre più sofferto e asciutto, ci ha insegnato che le transizioni si fanno senza mezzi termini. E la nuova visione di Apple è semplice e radicale: niente più cavi. Tutto, anche il software, arriva attraverso la rete. Scatti una foto con l’iPhone e – pop! – è già sul Mac, sul pc o sul l’iPad. Aggiungi un appuntamento, cancelli una riga in un documento. Pop! Tutto si sposta, tutto scorre liberamente, e il novello Eraclito-Jobs riesce a semplificare più di prima: «Abbiamo imparato dai nostri errori, toglieremo il problema della sincronizzazione tra apparecchi diversi, dopo aver fatto scomparire cartelle e documenti dagli iPad e iPhone». Anche perché in Paesi in cui la tecnologia non è ancora penetrata a sufficienza, chi compra un iPhone o un iPad non ha un computer a cui collegarlo. È il 70% dei cinesi, seguiti dal 30% degli italiani. Questo digital divide nostrano, sparato a tutto schermo al Moscone Center dove Steve Jobs e i suoi colonnelli hanno parlato a 3mila sviluppatori, lo si può anche prendere come una speranza: arrivando tra gli ultimi, forse possiamo recuperare più facilmente perché prendiamo le tecnologie più nuove, più sofisticate e al tempo stesso più semplici.

Nelle ore successive al keynote di Steve Jobs si è cominciato a pensare che Apple abbia sposato la filosofia di Google. Niente di più falso: come nota John Gruber, mentre Google mira a far stare tutte le applicazioni dentro un browser, Apple tiene le sue apps al centro. È il software quel che Apple vuole mettere su Mac, iPhone e iPod, non un semplice browser. Così, la Rete diventa il cavo, il nuovo iTunes. E l’informatica, secondo Steve Jobs, rimane ancora una cosa personale.