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 2011  giugno 09 Giovedì calendario

NELLE AZIENDE OLTRE 1,7 MILIONI DI IMMIGRATI

Immigrati e regolari. Sono quasi uno su otto dei lavoratori iscritti all’Inps. Di un mondo del lavoro dalla connotazione sempre più globalizzata, con molteplici nazionalità e colori, il quarto rapporto Inps Caritas sui lavoratori di origine immigrata offre la versione numerica da cui emerge lo stadio di avanzamento della regolarizzazione dei lavoratori immigrati. Parlando di numeri, gli assicurati di origine non e neo comunitaria sono 2 milioni e 727.254 dei 21 milioni e 108.168 iscritti all’Istituto.«Il lavoro e i contributi non hanno colore nè nazionalità, creano tutti insieme la ricchezza dell’intero Paese», dice il presidente dell’Istituto Antonio Mastrapasqua.

Dal punto di vista territoriale, quasi due terzi, ossia 1,7 milioni, degli immigrati regolarmente iscritti all’Inps risiede nelle regioni del Nord, al Centro sono il 23,8% e cioè 650mila, mentre al Sud sono il 13,9% e cioè 380mila. Al Nord si concentrano i lavoratori dipendenti delle imprese – soprattutto metalmeccaniche ma anche del commercio –, mentre nel Centro è rilevante e «ben superiore alla media», si legge nel rapporto, la concentrazione degli immigrati occupati nel settore domestico (uno su tre), e nel Mezzogiorno quella degli operai agricoli.

La regione a più alta concentrazione di lavoratori immigrati è la Lombardia che da sola accoglie più di un quinto degli iscritti Inps, il 21,2%: una quota che è superiore a quella dell’intero mezzogiorno. Nel Veneto lavora il 12,2% degli assicurati, poco meno di tutti gli immigrati nell’intero Sud (dove sono il 13,9%). L’incidenza più forte sul totale degli iscritti all’Inps è nel Trentino Alto Adige (il 18,6%) mentre il valore più basso è in Sardegna (3,7%). La provincia con l’incidenza più alta è invece Prato, con oltre un immigrato ogni cinque iscritti all’Inps (il 21%).Gli immigrati dipendenti da aziende sono nel complesso 1.722.000 mentre i lavoratori domestici sono 479.000 (su poco più di 600mila addetti regolari nel settore). Gli operai agricoli sono 231mila mentre i lavoratori autonomi sono oltre 293mila, il 10,8% del totale. Tra i settori a prevalere è il commercio con negozi, bar e ristoranti che occupano 716.944 addetti immigrati, ossia il 41,6% del totale. Ma è l’edilizia con 335.105 addetti che registra la massima incidenza di immigrati sui lavoratori totali (il 22,6%). Quanto all’inquadramento, agli immigrati spettano in genere i livelli più bassi, con l’81,9% iscritto come operaio e il 7,4% come apprendista. A parità di inquadramento però i livelli retributivi degli operai immigrati sono più bassi: guadagnano infatti oltre il 24% in meno rispetto agli assicurati con la stessa qualifica.

Dello studio Inps-Caritas fa parte anche un sondaggio condotto a Roma da cui emerge che il lavoro viene svolto nell’87,8% dei casi in forma regolare. Anche se è forte l’esposizione al lavoro nero: il 70,8% degli intervistati, infatti, ha lavorato nel sommerso e in pochi casi lo scivolamento nell’irregolarità è stato successivo all’inserimento regolare nel mondo del lavoro. Per chi è assunto, però, in 3 casi su 10, il tempo in busta paga non coincide con quello effettivo: dato che evidenzia la diffusione del lavoro grigio, molto diffuso tra gli addetti al lavoro domestico e di cura. La larga maggioranza (87,2%) di coloro che hanno risposto al sondaggio ha detto di conoscere l’Inps e di aver avuto contatti con l’Istituto.