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 2011  giugno 09 Giovedì calendario

«MURO DEL PIANTO» IN PAESE CON LE STORIE DI FURTI E ROGHI —

Se volete constatare come il vecchio e il nuovo, nella società fluida, riescano a convivere stridendo e urlando l’uno con l’altro, schermi digitali del Lotto con antiquati espositori di biglie colorate per bambini, slot machine ultima generazione contro flipper anni 70, giovani tatuati con anziani che giocano a pinacola, andate al Bar di Besate. Qui, in piena Pianura Padana, tra Pavia e Novara, dove si vive ancora di agricoltura e di risaie, nel territorio che fu dei Visconti di Modrone, il tempo è una variabile capricciosa che mescola di tutto. Qui a Besate, dove i milanesi fuggono dalla metropoli, la serenità quotidiana può infrangersi una notte qualunque contro la saracinesca di un caffè, chiamando alla sollevazione un’intera comunità. È successo la notte del 27 maggio scorso, poco oltre le tre, che un nucleo misterioso di sei o sette scassinatori, tipo i «Soliti ignoti» , dopo aver rubato un vecchio furgone, ha tentato di rapinare, appunto, il Bar-tabaccheria ricevitoria del paese. Accuratamente incappucciati, con una corda attaccata al paraurti del camioncino, sono riusciti a scardinare la saracinesca. Per portar via che cosa? L’obiettivo erano le sei slot machine chiuse in un locale ad hoc (in cui una targa autorizza l’accesso a n ° 14 fumatori). Videogiochi dai nomi fantasiosi: Marvel Park, Fowl Play Gold, Laura, Perla nera. Fatto sta che quando hanno rovesciato quei pesanti bestioni neri per trascinarli fuori, l’antifurto ha emesso una fitta nebbia che li ha costretti a mollare sul pavimento il malloppo. Per consolarsi del flop, sono saltati sul bancone della cassa arraffando qua e là decine di pacchetti di sigarette, un computerino e qualche centinaia di euro prima di dileguarsi con il bottino. Il probabile frastuono ha suggerito ai vicini della zona (abitatissima) solo qualche telefonata ai carabinieri, ma soprattutto ha spinto il figlio del proprietario del veicolo rubato a scagliarsi contro i malviventi, che nella foga della ritirata non gli hanno risparmiato qualche pugno in faccia e la frattura di una costola.
Nel frattempo, il titolare del Bar di Besate si è precipitato sul posto in tempo per constatare i danni. Ora il Signor Luigi Cipolat-Mis, un milanese che con la famiglia (la moglie Loredana e il figlio Matteo) ha deciso, quattro anni fa, di evadere dal caos cittadino prendendo in gestione l’esercizio di Besate, non sente ragioni. Assicura di aver visto, il pomeriggio precedente, «avventori sconosciuti» aggirarsi nel locale con «fare sospetto» . Matteo aggiunge di aver avvisato la centrale di Abbiategrasso, dopo aver constatato, alla chiusura del bar, che «i suddetti avventori» , con aspetto minaccioso, avevano parcheggiato vicino alla sua auto come se volessero rapinarlo. I carabinieri si sarebbero limitati a ringraziarlo per la segnalazione e nient’altro. Un caso di ordinaria malvivenza i cui primi sospettati sono genericamente gli zingari («magari quelli cacciati via da Milano» )? Proprio così, se non fosse che il giovane Matteo, insieme all’amico Andrea Braccini, venerdì scorso ha lanciato un appello alla cittadinanza (2.025 anime) chiedendo di ritrovarsi al bar «per raccontare tutta l’indignazione per la totale mancanza di sicurezza nel paese» . La riunione, di una cinquantina di persone, ha prodotto una serie di raccontini manoscritti o di brevi apologhi che ora sono affissi sulla soglia del bar. In genere contro la polizia: «Di giorno multe e di notte ron-ron!» , «Besate paese agricolo, terra fertile per i ladri» ... Chi denuncia che «dopo le 23 non si riesce a dormire» , perché «la via diventa un gabbinetto publico» (sic!), per le urla, gli insulti e le liti. Chi segnala che ignoti «la notte fanno le corse con le auto» . Chi ricorda che il figlio «è stato minacciato con un coltello da un ladro» . Chi accusa di aver avuto la macchina bruciata. Chi dice addirittura di aver paura a stare in casa o a uscire per mangiare un gelato la sera. In genere, quel che emerge è «l’idea dell’abbandono da parte delle forze dell’ordine» e la latitanza dell’amministrazione locale. Braccini, il primo a stilare un cahier de doléances, dichiara di aver subito un furto di benzina dal serbatoio, bucato, dell’auto, e riferisce di aver raccolto le testimonianze di cittadini derubati degli attrezzi agricoli e meccanici nei loro box, rapinati nei propri appartamenti, minacciati. Il vecchio che aspetta i numeri del lotto con gli occhi incollati al video, non sembra preoccupato: «Il paese è tranquillo, a parte qualche ubriacotto» . Le autorità, dal canto loro, non sembrano scomporsi: né i vigili, né i carabinieri del consorzio Fontanile, né il vicesindaco Diego Codegoni. Dichiarano che la delinquenza a Besate non è aumentata. Tutto è sotto controllo. Insomma, un caso di ordinaria allucinazione collettiva o di spallucce di pubblico ufficiale. Dove sarà il paese reale?
Paolo Di Stefano