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 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

IL PARLAMENTARE IN MUTANDE ULTIMO SCANDALO D´AMERICA

Si chiama «sexting», ed è la manifestazione di esibizionismo sessuale che ha distrutto il deputato democratico Anthony Weiner. L´ipocrisia politica che espelle non il peccato, ma il peccatore sorpreso, si muove per stritolarlo nel suo vizietto di esibirsi in mutande via Twitter, facebook e tutti gli strumenti che i social network offrono agli incauti.
Anthony Weiner si contorce e si divincola aggravando a ogni sua sortita la propria posizione. Nella solita discesa agli inferi di ogni scandalo, anche il deputato democratico rieletto ben 7 volte nel collegio del Bronx con maggioranze trionfali è passato dallo sdegnato diniego, alla parziale ammissione, alla confessione totale con groppo in gola e lacrima, che forse totale non è ancora per niente. Non poteva mancare l´etichetta: Weinergate.
Ma tra domande di giornalisti che ci hanno ritrasportato agli anni purtroppo indimenticabili dei dibattiti sulla virilità clintoniana e che volevano sapere da Weiner se in quelle foto spedite ad almeno sei donne dai 20 ai 40 anni fosse «in erezione completa» sotto la mutanda («non lo era», meno male), la domanda che affiora è un´altra: il «sexting», l´invio di messaggini, foto, «tweets» rigorosamente contenuti nei 140 caratteri massimi, gli scambi di amicizie appicciose su «Facebook» costituiscono o no sesso, peccato e tradimento? O sono soltanto manifestazioni postmoderne e ridicole dei classici giochetti proibiti al dottore? A meno che, si mormora oggi, tra le destinatarie ci fosse una ragazza minorenne.
Per alcuni sessuologi e studiosi delle infinite variabili della sessualità la risposta è, purtroppo per lui un «sì».
Wi-fi o mutanda, twitter, Sms o facebook a parte, mostrare a donne che non necessariamente erano interessate all´articolo il proprio equipaggiamento è l´equivalente, persino ancor più vile, dell´ignobile signore con l´impermeabile in agguato davanti ai collegi per le fanciulle, l´esibizionista che ha disturbato e disturba generazioni di bambine e ragazzine. «Il suo - ha scritto su «Forbes» Kiri Blakeley che studia appunto questi fenomeni del sesso virtuale - è un comportamento compulsivo, un addiction fissata sul proprio membro e sulla convinzione preadolescenziale dei maschietti che quel cosino sia il centro dell´universo».
Più sbrigativa e meno freudiana, Alexandra Petri sul Washington Post tende a dargli dell´idiota, di chi non si era reso conto che il discreto, accogliente, tiepido mondo della Rete tutto è meno che discreto, morbido e anonimo.
«Tutto quello che viene spedito fra le nuvole premendo il comando "invia" è come il suono di una campana. Non potrà mai più essere dissuonato e non appartiene più al campanaro». Lo sapeva bene il governatore Elliot Spitzer di New York quando avvertiva, nel suo ex incarico di procuratore, che «tutto può essere letto e intercettato».
Compresi i messaggi che lui inviava alla "Manhattan Madame" la signora che gli forniva escort e che furono naturalmente intercettati, letti e pubblicati.
Per ora, quello suonato è lui, che si deve difendere dall´arcigna Nancy Pelosi, la capogruppo della minoranza democratica che ha chiesto un´indagine della "Commissione Etica" della Camera per scoprire se abbia usato PC e smartphone di servizio, il che lo renderebbe imperdonabile, perché l´esibizionismo può anche essere tollerato, ma non esibire il cosino a spese del contribuente. Né lo può salvare l´essere il "golden boy" della corrente clintoniana del Partito Democratico, sposato appena 11 mesi or sono con la grande favorita di Hillary Clinton, la bellissima consigliera Huma Abedin. Fu una cerimonia officiata personalmente da Bill. Auspicio un po´ inquietante di futuri incidenti coniugali, visto a posteriori.
Lo stanno scaricando i suoi padrini newyorchesi, come il senatore Chuck Schumer. Lo sbranano gli avversari repubblicani, felici di potersi vendicare di altre umiliazioni subite, come il caso del fustigatori di pervertiti Mark Foley, che spediva e-mail ai paggetti - maschi - della Camera per sedurli, o di un altro crociato delle virtù antiche, il senatore Craig, pizzicato a far piedino ai vicini di gabinetti pubblici negli aeroporti per sondarne la disponibilità. E poiché neppure 30 minuti al telefono con una croupier quarantenne di Las Vegas - l´ultima scoperta - a scambiarsi sesso telefonico sono un reato, ancora l´onorevole finge di potersi salvare e ripresentarsi per l´ottava elezione.
Forse memore dello stoicismo coniugale della sua madrina politica Hillary, la sola che tace - per ora - è Hamdi, la moglie. Non si è fatta vedere accanto al marito, come Ann Sinclair la signora Strauss-Kahn. Non ha assistito impietrita con sguardo vitreo alla pubblica ammissione di omosessualità del marito, come la moglie del governatore del New Jersey Jim McGreevy. Non ha negato né confermato di avere accettato le lacrimose scuse del coniuge, come lui solo ha detto, forse attendendo altre rivelazioni. A lei, va il consiglio che l´esperta del Washington Post oggi impartisce: non fidarsi e pretendere dal coniuge tutte le password, tutte le chiavi di accesso, tutti gli archivi per scandagliare il fondo del pozzo.