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 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

AAA VENDESI TIEPOLO PER FARNE RESORT

Cleopatra bionda con l’incarnato diafano scioglie una perla preziosa nell’aceto davanti agli occhi di Antonio, splendido comandante romano che assiste ammaliato a tanto sprezzo della ricchezza.
Sono le bizze della regina d’Egitto e anche del pittore Giambattista Tiepolo, che l’ha dipinta con gli occhi azzurri e in vesti da patrizia veneziana per compiacere la committente Maria Labia. Le prime scintille di un amore – Antonio e Cleopatra – che Tiepolo racconta con leggerezze cromatiche e trasparenze sensuali in un ciclo di affreschi quasi tridimensionale – pareti e soffitto – nel sontuoso salone da ballo di Palazzo Labia. Un capolavoro assoluto, un incanto che si ripete nella Sala degli specchi e nelle salette attigue. Volete visitarlo? Non si può, ma il perché ve lo spieghiamo nel pezzo a fianco. Proseguiamo invece il racconto del palazzo con gli affreschi, il magnifico Palazzo Labia in Campo San Geremia di proprietà della Rai e sede regionale dell’azienda.
UN GIOIELLO prezioso come la perla di Cleopatra questo palazzo col bugnato dorico sulla facciata, 7.500 metri quadri di arazzi, sculture e arredi settecenteschi che ora però la Rai vuole vendere al miglior offerente per far quadrare i bilanci in cerca d’ossigeno dell’azienda.
Tra voci e smentite, interrogazioni parlamentari e repliche da viale Mazzini, la notizia della vendita ora è ufficiale proprio grazie a una replica della Rai, rimasta finora segreta e scritta in risposta a un’interrogazione dell’onorevole leghista Davide Caparini. In vendita l’armonia del grande affresco ellittico – unico e irripetibile – della sala degli specchi, dove Flora dea della Primavera porge un mazzo di fiori coi colori dei pastelli al vento Zefiro, dipinto con grandi ali di farfalla.
“In merito al progetto di razionalizzazione logistica – si legge nella replica Rai – con l’alienazione di Palazzo Labia e l’acquisizione di una nuova sede sulla terraferma veniva avviata una procedura, caratterizzata da ampia pubblicità in Italia e all’estero, finalizzata all’individuazione di acquirenti dell’immobile”. Una procedura di vendita che si è chiusa nel 2009 perché gli acquirenti hanno revocato l’offerta, specifica la nota della Rai, che aggiunge: “Si ritiene di continuare nell’attività al fine di attuare il progetto di razionalizzazione nei termini già deliberati dal consiglio di amministrazione”. Tradotto: la Rai persegue nella volontà di vendere il suo palazzo di rappresentanza in Veneto. Una decisione che sta scatenando le reazioni di quelli, intellettuali, politici e ambientalisti, che temono la mercificazione di un altro pezzo di Venezia.
QUANTO AL compratore, negli ambienti interni della Rai veneta si vocifera (sottovoce perché i dipendenti hanno l’obbligo per contratto di non parlare del piano industriale dell’azienda) che fossero una cordata di arabi pronti a trasformare il palazzo in un resort di extra-lusso. Piano bloccato dalla precedente amministrazione Cacciari che ha imposto il vincolo di non adibire il palazzo a sede alberghiera.
Sulla questione è intervenuta anche Ilaria Borletti del Fai. “È giusto che la Rai, cioè lo Stato, cioè noi, decida di lasciare questo palazzo unico al mondo, affacciato sulla Laguna, per venderlo al migliore offerente e trasferirsi magari in un anonimo ufficio?”. E aggiunge: “In tutto il resto d’Europa una simile vicenda avrebbe aperto, come minimo, un grande dibattito sulle città e i centri storici. Mi auguro che avvenga anche da noi coinvolgendo urbanisti, sociologi, architetti, uomini di cultura e tutti i cittadini interessati”.
Un sasso nello stagno, perché l’appello del Fai non ha suscitato il dibattito che si augura. Solo singole voci, come quella pubblicata sul Gazzettino di Sabino Acquaviva, docente universitario in pensione per due anni alla guida dell’amministrazione regionale dell’azienda. “Il consiglio di amministrazione della Rai si rende conto del valore di quanto le è stato affidato?”.
UN VALORE difficile da stimare, anche se in una delle tante interrogazioni parlamentari (Giulietti e Zazzera, 29/1/2009) si parla di una valutazione di palazzo Labia tra i 55 e i 60 milioni. L’interrogazione sostiene che le manifestazioni di interesse per l’acquisto siano state una trentina tra case di moda, fondazioni e istituzioni americane (sembra che fosse interessato anche Pinault che ha già la concessione di Punta della dogana e Palazzo Grassi).
Secondo l’interrogazione l’azienda avrebbe incaricato un advisory, Real Estate Advisory Group, di curare l’intera operazione. “Come si possono mettere in vendita gli affreschi del Tiepolo? La cultura è l’identità di un luogo, e poi Venezia entro il 2013 presenta la sua candidatura come capitale europea della cultura , può privarsi di Palazzo Labia?”. È il commento di Riccardo Calimani ex direttore amministrativo della Rai.
Il patrimonio culturale però ha bisogno di una manutenzione costante, spesa che per quanto riguarda Palazzo Labia e gli affreschi del Tiepolo è interamente a carico della Rai. Di recente Vittorio Sgarbi è stato ospitato per un’intervista nel salone delle feste al piano nobile, quello dove l’azienda organizza le dirette (la redazione sta al piano ammezzato, al secondo e terzo ci sono le salette di montaggio e gli uffici amministrativi).
In quell’occasione Sgarbi ha tuonato per lo stato di abbandono degli affreschi e le centinaia di buchi sulle pareti dipinte che servivano da carotaggio per verificare la stabilità dell’edificio. “Uno scempio”.
A quel punto parte l’ordine Rai: niente più dirette dal piano nobile. Bloccate anche le visite, si può solo vendere. Cade un altro pezzo di Venezia, come palazzo Ca’ Corner della Regina dato in concessione per sei anni a Prada. Venezia diventerà lo show room delle case di moda, la vetrina delle aziende di lusso e il resort di lusso per sceicchi arabi? Il rischio c’è.