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 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

Adesso lo sappiamo: è possibile vincere le elezioni anche se si ha a disposizione per la campagna elettorale una cifra dieci volte inferiore a quella che può scialacquare il tuo avversario

Adesso lo sappiamo: è possibile vincere le elezioni anche se si ha a disposizione per la campagna elettorale una cifra dieci volte inferiore a quella che può scialacquare il tuo avversario. Perché questo ha fatto a Milano Giuliano Pisapia. È stato eletto sindaco investendo nella battaglia non più di un milione e mezzo di euro, lui e tutti i partiti della coalizione. Mentre la Moratti e il Pdl hanno speso circa 15 milioni tra materiale di propaganda, spazi su tv e giornali, cene elettorali e quant’altro. E hanno perso lo stesso. Ma la domanda è un’altra: è giusto che chi dispone di vaste risorse possa utilizzarle per conquistare voti o uno squilibrio simile o può alterare il gioco democratico? Perché se prendiamo in considerazione queste cifre dobbiamo ammettere che Pisapia ha fatto un miracolo nel miracolo. Finora però la legge ha consentito che le campagne elettorali per le amministrative si svolgessero senza alcun limite di spesa, al contrario di quanto avviene per le politiche e le europee. Ora il Pd cerca di metterci una pezza, anche per evitare infiltrazioni criminose nel processo democratico. Ecco allora la proposta di legge presentata alla Camera da Emanuele Fiano (ma c’è anche la firma di Walter Veltroni) che impone un limite all’investimento propagandistico. Con queste norme i candidati sindaci di una città come Milano potrebbero spendere ciascuno circa un milione di euro e non di più. Per l’esattezza una cifra fissa di 30 mila euro più 80 centesimi per ogni elettore del Comune, in modo che l’importo finale sia proporzionale alla grandezza della città. A questo, secondo il testo pd, si aggiungerebbe la spesa consentita ad ogni candidato al consiglio comunale, cioè non più di 15 mila euro con l’aggiunta di un centesimo per ogni abitante residente (altri 13 mila euro nell’esempio del capoluogo lombardo). Anche i partiti, movimenti o liste civiche avrebbero il loro budget: sempre 15 mila euro più 10 centesimi per ogni cittadino. La proposta è stata presentata il 16 marzo scorso, esattamente due mesi prima delle elezioni amministrative, troppo tardi per sperare che fosse approvata in tempo per questa tornata, maggioranza permettendo. E a questo punto sorge spontanea un’altra domanda: ma perchè non si è partiti prima, impostando una battaglia per avere la legge in vigore già in queste elezioni comunali?