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 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

«LA LEGGE NON ESCLUDE IL NUCLEARE». VIA LIBERA ALL’ULTIMO REFERENDUM —

All’unanimità, tredici giudici su tredici, e in poche ore di camera di Consiglio, la Corte costituzionale ha dato l’ultimo via libera al referendum sul nucleare (scheda grigia), e cioè al quesito così come è stato riscritto dalla Cassazione, dopo l’approvazione della recentissima legge omnibus. Anche secondo la Consulta infatti la nuova legge «non soddisfa» alla richiesta dei promotori del referendum il cui scopo — ha ribadito la motivazione della sentenza redatta da Giuseppe Tesauro— è la «mera ablazione della nuova disciplina, in vista del chiaro e univoco risultato normativo di non consentire l’inclusione dell’energia nucleare fra le forme di produzione energetica» . Lo scopo del referendum è quello di bloccare l’uso dell’energia nucleare, e la nuova legge invece non solo lascia aperta questa possibilità ma fissa un termine di 12 mesi entro cui il presidente del Consiglio deve mettere mano al piano energetico nazionale che non esclude le centrali nucleari. Insomma, anche la nuova legge consente l’uso del nucleare e quindi il referendum s’ha da fare. Il quesito referendario sulla nuova legge inoltre risulta «chiaro, omogeneo e univoco» e non viola i divieti posti dall’articolo 75 della Costituzione. Per questo è stato ammesso. «Fermo restando, ovviamente — scrive ancora la sentenza — che spetta al legislatore e al governo, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, di fissare le modalità di adozione della strategia energetica nazionale, nel rispetto dell’esito della consultazione referendaria» . L’Avvocatura generale dello Stato, per conto del governo, aveva chiesto che il referendum venisse dichiarato inammissibile perché— aveva scritto il vice avvocato generale dello Stato Maurizio Fiorilli — le nuove norme «non parlano di nucleare» e la natura del referendum stesso, con il quesito così riformulato, «non avrebbe più carattere abrogativo ma piuttosto consultivo se non propositivo» . Di parere contrario l’Italia dei valori (rappresentata in giudizio dal professor Alessandro Pace) i gruppi parlamentari di Camera e Senato del Pd (difesi dall’avvocato Gianluigi Pellegrino), i comitati referendari e il Wwf. Dopo la decisione Pellegrino ha dichiarato che «si è stoppato il primo tentativo nella storia politica democratica italiana di interrompere traumaticamente una elezione, che per quanto riguarda gli italiani residenti all’estero era già in corso, a pochi giorni dall’apertura dei seggi elettorali in Italia. Per questo si tratta di una vittoria giuridica ma ancor di più di una vittoria politica, di salvaguardia dei diritti di tutto il corpo elettorale» . Nessuna pronuncia c’è stata, invece, sui tre conflitti tra poteri sollevati dall’Idv per chiedere l’annullamento dell’emendamento al decreto omnibus, poi convertito in legge, e l’annullamento della delibera della Commissione di vigilanza Rai approvata lo scorso 4 maggio con disposizioni ritenute limitative degli spazi temporali in favore dei promotori e dei sottoscrittori dei quattro referendum. Il partito di Antonio Di Pietro ha infatti rinunciato ai conflitti di attribuzione perché— ha spiegato il costituzionalista Pace — «si ritiene soddisfatto del successo ottenuto davanti alla Corte di cassazione» . E alla Consulta.
M. Antonietta Calabrò

DOMANDE E RISPOSTE – 1. Quesito nucleare, su cosa si vota?
Si vota— come spiega il titolo del referendum che gli elettori troveranno sulla scheda— sull’ «abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare» . Si tratta dei commi numero 1 e 8 dell’articolo 5 della cosiddetta legge omnibus appena approvata. La scheda del referendum sul nucleare è di colore grigio
2. Che cosa prevede la legge omnibus?
La legge omnibus, approvata il 25 maggio scorso, secondo la Cassazione e la Corte costituzionale lascia intatte le possibilità di realizzare il programma nucleare italiano, con l’inizio lavori per la costruzione delle centrali entro e non oltre il maggio del 2012 (con decreto del presidente del Consiglio). Il piano energetico nazionale ideato dall’attuale governo prevede 8 nuovi reattori nucleari in quattro nuove centrali
3. Che cosa accade se vincono i «sì» ?
Governo e Parlamento non potranno più includere il nucleare fra le forme di produzione energetica. Gli elevatissimi finanziamenti necessari (che porterebbero a produrre energia dal nucleare soltanto tra quindici anni), potrebbero invece essere utilizzati per realizzare un piano basato sulle energie rinnovabili, come hanno già deciso di fare Germania e Svizzera
4. Cosa accade se vincono i «no» ?
Per i prossimi cinque anni non si potranno più fare referendum sulle centrali nucleari. Vota no chi ritiene che le centrali di nuova generazione siano più sicure di quella che ha subito l’incidente in Giappone a Fukushima, e considera che in ogni caso siamo circondati da centrali nucleari dei Paesi confinanti, in particolare la Francia, e importiamo — proprio dalla Francia — energia ad alto costo
5. E se il quorum non sarà raggiunto?
Chi non si reca a votare potrebbe invalidare il referendum. Se non viene raggiunto il quorum della metà degli aventi diritto al voto più uno, il referendum infatti non è valido. Chi non va a votare— o pur recandosi alle urne decide di non ritirare la scheda grigia, quella sul nucleare— finisce quindi per avallare la decisione di chi vuole costruire nuove centrali nucleari