Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

«Non vado a La7: farei solo la foglia di fico» - Anche Pietrangelo Buttafuoco era in trattativa avanzata con La7

«Non vado a La7: farei solo la foglia di fico» - Anche Pietrangelo Buttafuoco era in trattativa avanzata con La7. Poi tutto si è fermato. Ora però hanno ri­preso a cercarlo. Andrà anche lei a La7? «No. Gli ultimi contatti si sono rive­­lati inutili, simpatiche perdite di tem­po officiate dal direttore di rete Tom­bolini ». Non era una cosa concreta? «All’inizio. Poi si è trasformata in qualcosa di diverso. Volevano diluire la mia presenza con dei documentari per nottambuli». Un suo talk show farebbe da con­­traltare a Santoro & Co ... «A loro interesserebbe per calmie­rare lo sbilanciamento a sinistra. Ma sarei una stupida foglia di fico circon­data da ostacoli, utile a confermare il teorema che fuori da quel gruppo nes­suno sa fare tv». Invece? «Approfitto per ringraziare Angelo Guglielmi non tanto per aver detto sul Fatto che sono l’unico che sa fare tv fuori dal circolo...». Quanto per... «Aver elogiato il difetto di non obbe­dire ai diktat della politica. Che sono quelli che in piena età berlusconiana mi hanno impedito di realizzare al­cunché in Rai. Tant’è vero che quan­do sono arrivati quelli di destra, han­no cancellato Il grande gioco su Rai­due ». Senza offrire alternative? «Solita proposta: sofisticati docu­mentari da mandare a tarda notte su reti secondarie». Domenica sera ospite di «In On­da » ha detto che Santoro e Berlu­sconi si rafforzano a vicenda . «Ritengo che, in tema di tv, la destra in genere e Berlusconi in particolare abbiano svolto un solo ruolo: fare da ufficio stampa a Santoro». Addirittura! «Ogni uscita contro di lui ne ha au­mentato la potenza di fuoco». Finisce un’epoca? «Finisce l’epoca della tv generalista e di Santoro conduttore unico delle coscienze. Gli uomini della destra continuano a non capire che dieci ore di marchette nei tg e altre diciotto di monologhi di Berlusconi sono an­nullate da un minuto di Santoro, Fa­zio, Dandini. E da mezzo di La7». Chi ci guadagna e chi ci perde? «Ora si può dire: c’era una volta la Rai prima industria culturale italiana. Sul piano del linguaggio subisce un danno maggiore a quello che ebbe quando nacque la tv commerciale». Boom! «Se la concorrenza ha migliorato le performance di tutti, ora la Rai di­smette l’autorevolezza. Dopo la trion­fale marcia di Mentana, con il proba­bile arrivo di Santoro, il rafforzamen­to di Lerner e lo charme di Daria Bi­gnardi, per la parte più giovane e sve­glia dell’opinione pubblica La7 è il marchio distintivo». Per la tv di destra non c’è speran­za. «Ha ragione Ferrara: la tv è de sini­stra ». Cause genetiche o storiche? «Ha presente la magistratura,l’uni­versità, le élites culturali, la tribù azio­nista? La tv è come tutto questo: cosa loro». Se hai una possibilità come l’ha avuta Sgarbi e la usi così... «Quel programma è nato come ca­priccio del sovrano. Credo che Media­set non l’avrebbe trasmesso». Bisogna rassegnarsi? «Per quel che riguarda la mia espe­rienza è una vicenda chiusa. Usando un linguaggio semplice, la destra tro­verà spazio in tv quando la sinistra tor­nerà a governare». È un pronostico? «È un fatto. Se non ci fosse stato San­toro non avremmo conosciuto dei fuoriclasse come Nicola Porro, Mauri­zio Belpietro e Daniela Santanchè, la nuova Sarah Palin. Renata Polverini è diventata governatore del Lazio gra­zie a Floris. Una trasmissione di de­stra non avrebbe mai saputo valoriz­zare simili talenti». C’è anche la beffa... «La sinistra è più professionale e ha bisogno di una contrapposizione per affermarsi. Ma così regala visibilità a­n­che alla destra che pure ha un gruppo dirigente culturalmente inadeguato. Oggi, per esempio, saremo tutti al­l’adunata di Giuliano Ferrara, ma so­no certo che i berlusconiani della Rai non si faranno vedere». A proposito di Rai, autorevoli commentatori hanno scritto che dirigenti d’azienda che la­sciano andare un professionista così andrebbero licenziati... «Andrebbero licenziati i loro man­danti politici. Anche perché peccano di autolesionismo e di intelligenza con il nemico». Per esempio? «Nella sua azienda, col cavolo che Berlusconi si mette a censurare o con­trollare uno come Claudio Bisio che garantisce ascolti elevati. Gli concede persino il lusso di condurre la serata di festeggiamenti per Pisapia. E se questo da un lato dimostra che Berlu­sconi non è un liberticida, dall’altro scatena corti circuiti e schizofrenie nei suoi servi sciocchi. Bene, ciò det­to, ho sicuramente chiuso con la tv. Da una parte e dall’altra».