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 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

Dorian Gray alla ricerca dell’eros senza censure - Il 30 agosto 1889 J.M. Stoddart, intraprendente editore di Philadelphia in visita di lavoro a Londra, invitò a cena due giovani ma già affermati scrittori del posto (per la verità, uno irlandese e uno scozzese) per proporre loro di scrivere un romanzo breve o racconto lungo da pubblicare sulla sua rivista Lippincott’s Monthly Magazine

Dorian Gray alla ricerca dell’eros senza censure - Il 30 agosto 1889 J.M. Stoddart, intraprendente editore di Philadelphia in visita di lavoro a Londra, invitò a cena due giovani ma già affermati scrittori del posto (per la verità, uno irlandese e uno scozzese) per proporre loro di scrivere un romanzo breve o racconto lungo da pubblicare sulla sua rivista Lippincott’s Monthly Magazine . Il più giovane dei due, lo scozzese, che aveva trent’anni e si chiamava Arthur Conan Doyle, offrì subito una seconda e meglio sviluppata avventura del poliziotto che aveva inventato da poco. L’irlandese, che di anni ne aveva trentacinque, non aveva preparato niente, ma la sua specialità erano i racconti improvvisati. Ne creò uno a braccio, e il committente si dichiarò soddisfatto. Così nacquero Il segno dei quattro , che stabilì definitivamente il personaggio di Sherlock Holmes, e Il ritratto di Dorian Gray . Oscar Wilde non aveva mai affrontato un’opera di narrativa dell’estensione desiderata (né lo avrebbe più fatto in seguito), e presto si trovò in difficoltà. Quando l’editore americano rientrato in patria gli confermò di aspettarsi almeno quarantamila parole (la parola è l’unità di misura dell’editoria anglosassone, quattrocento parole corrispondono a una nostra pagina di 1800 battute), Wilde obiettò con un telegramma: «Ma non esistono quarantamila belle parole nella lingua inglese!». Impiegò quindi più tempo del previsto, ma poi mandò un dattiloscritto - fu uno dei primi scrittori a servirsi di una copisteria - e il romanzo uscì nel numero di luglio della rivista, occupandone le pagine 3-100. In Inghilterra scoppiò subito lo scandalo. La maggior parte dei recensori si indignò, e almeno due giornali importanti, la St James’s Gazette e lo Scots Observer , dichiararono che l’autore avrebbe dovuto essere processato per pornografia. L’accusa non era trascurabile - un editore inglese aveva appena scontato tre mesi di galera per avere pubblicato un romanzo di Zola - e non per nulla i librai W.H. Smith & Co. ritirarono subito la rivista dalle edicole delle stazioni ferroviarie. Questo non impedì all’editore Ward, Lock & Co. di acquistare i diritti per proporre Dorian Gray come libro. Per l’occasione a Wilde fu chiesto di rimpolpare il lavoro. Wilde obbedì portando i capitoli da tredici a venti, e giacché c’era attenuò un tantino se non le situazioni, certi toni scabrosi. Quando Edward Carson, l’avvocato che difese il marchese di Queensberry al processo per diffamazione intentato da Wilde contro costui, volle sostenere che Wilde si era veramente «atteggiato a sodomita» secondo l’accusa del suo cliente, lesse ad alta voce pagine di Dorian Gray tratte dalla versione del Lippincott’s Magazine e non da quella successiva, che sprezzantemente definì «purgata». Da sempre dunque si sa che la versione lunga del romanzo, quella che tutti conoscono, è un po’ meno audace di quella originale. Meno noto però è che anche la prima versione uscita sulla rivista aveva subito un certo quantitativo di censura preventiva, senza dubbio da parte dell’editore. È riemerso infatti quel dattiloscritto inviato da Wilde, che non aveva mai lasciato l’America; ed è un dattiloscritto pieno di interventi, in molti dei quali è stata riconosciuta la mano dello stesso Stoddart - interventi che lo stesso Wilde non poté che accettare, dati i rischi di cui sopra, e anche data la scarsa praticità di spedire delle bozze per nave e aspettarne il ritorno. Oggi la fama raggiunta dall’esteta e il mai venuto meno successo delle sue opere, incessantemente ristampate in innumerevoli edizioni, hanno dunque consentito la pubblicazione di quel dattiloscritto con la puntuale indicazione delle correzioni, in un volume non meno erudito che affascinante: The Picture of Dorian Gray - An Annotated, Uncensored Edition, a cura di Nicholas Frankel (Harvard University Press). Altri avevano già riproposto la prima versione del romanzo, quella breve, che malgrado qualche miglioria apportata da Wilde durante l’ampliamento, tutti i critici preferiscono. Infatti nei sette capitoli aggiunti Wilde toglie suspense alla storia descrivendo viziosità di Dorian che però la cautela limita a qualche frequentazione di fumeria d’oppio e a stravaganze di collezionista, né frutta molto la morte in un presunto incidente di caccia di un fratello dell’a suo tempo sedotta Sibyl Vane ricomparso per vendicarla. Nel testo Lippincott’s, invece, dopo il climax con l’assassinio del pittore Hallward e la soppressione del cadavere, si procede subito a chiudere la vicenda con Dorian che cerca di uccidere la propria coscienza. Quanto ai cambiamenti imposti dall’editore americano a questa prima versione, questi non sono clamorosi ma neanche privi di interesse. Alcuni riguardano la grafia di parole, che viene resa conforme all’uso yankee. Altri cambiano la punteggiatura, per esempio sensazionalizzando sottilmente certe battute con l’inserimento di trattini al posto di virgole. Ma la maggior parte tendono a rendere meno esplicito l’erotismo del racconto, e non solo quello, prevalente, a tendenza omosessuale. Sparisce per esempio la definizione di «amanti» («mistresses») a proposito delle due principali ragazze sedotte da Dorian, ed è tagliata una lunga battuta in cui Lord Wotton descrive la sorte che sarebbe toccata alla seconda, Hetty Merton, cioè il passaggio dalla condizione di mantenuta a quella di cortigiana, se Dorian non l’avesse abbandonata per tempo. Quanto all’omosessualità, ecco qualcuno tra i passi soppressi. «C’era amore in ogni linea, e in ogni tocco c’era passione» (sul ritratto che Basil Hayward sta dipingendo). «Di un giovanotto basta e avanza dire che va ospite a Selby Royal [la casa di campagna di Dorian, nda] perché la gente sogghigni e ridacchi». Delle passeggiate notturne di Dorian: «Un uomo dagli occhi strani lo aveva improvvisamente fissato nel viso, per poi seguirlo ostinatamente a passi furtivi, superandolo e continuando a superarlo molte volte». Quanta prudenza! E dire che nell’Inghilterra vittoriana da due anni l’omosessualità era diventata un reato meno pericoloso. Infatti adesso una nuova legge umanitaria la puniva «solo» con due anni di carcere duro (quelli che sarebbero toccati a Wilde). La pena prevista prima era la morte.