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 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

Acqua. Solo la cogestione rende efficiente il servizio - Acqua pubblica o acqua privata? Anche pubblica, a patto che ragioni come un privato: economie di scala (piccolo, anche nella gestione del ciclo idrico, non è bello), riduzione dei costi, indipendenza dei manager dalla politica

Acqua. Solo la cogestione rende efficiente il servizio - Acqua pubblica o acqua privata? Anche pubblica, a patto che ragioni come un privato: economie di scala (piccolo, anche nella gestione del ciclo idrico, non è bello), riduzione dei costi, indipendenza dei manager dalla politica. Non è facile, i casi sono più unici che rari. All’istituto Bruno Leoni, per tenersi lontani da un dibattito ideologico sul tema oggetto di uno dei referendum di domenica e lunedì prossimi, hanno saggiato il campo. Comparando tre esempi: due di gestione pubblica del servizio idrico - la Smat di Torino e la Acqua Novara.Vco - e una parzialmente privata, la genovese Mediterranea delle Acque, l’unica ad aver ottenuto l’affidamento tramite gara. Tre i parametri di confronto: l’efficienza economica, quella gestionale e quella ambientale. Chi vince il confronto? A pari merito la privata e una pubblica ma gestita come una privata, la Smat. Il risultato lo sintetizza bene il direttore ricerche e studi dell’Istituto, Carlo Stagnaro: «Per quanto il lavoro abbia analizzato solo tre aziende, e per quanto ci sia un problema oggettivo di accesso ai dati che è un baco dell’organizzazione del sistema idrico nel suo complesso in Italia, il nostro lavoro conferma quello che era un pregiudizio teorico: quando il sistema viene spinto a organizzarsi con criteri industriali che presuppongono l’obbligo di avere un equilibrio di bilancio e quindi di non fare spese folli, meglio ancora se con profitti, le cose vanno meglio». La Borsa, dove è quotata Mediterranea, si dimostra un buon guardiano. «Grazie alle garanzie e alla trasparenza» imposte dal listino «l’accesso ai mercati finanziari» è facilitato, così come la cosa è di stimolo per «la riduzione dei costi attraverso attraverso la maggiore efficienza e la ricerca di soluzioni innovative, limitando inoltre l’impatto sulla finanza pubblica già in crisi». E Mediterranea delle acque ottiene, nella ricerca, il risultato migliore nel confronto di tutti gli indicatori dal ‘99 a oggi. Accanto però a una società pubblica, la torinese Smat. «Entrambe - dice la ricerca hanno un adeguato equilibrio economico-finanziario, ottenuto sia grazie all’aumento dei ricavi legati a incrementi tariffario a maggiori margini sulle vendite, sia attraverso la riduzione dei costi, che in parte dipende da una politica di contenimento del personale e dal contrasto alla morosità». Se però la società semi-privata registra performance migliori dal punto di vista economico, «Smat si distingue invece per i risultati ottenuti a livello ambientale». Favorita anche dall’orografia, ha una perdita di rete più bassa rispetto a Mediterranea (ma sono al 26 e al 27%, contro il 37% di media nazionale), con Novara che invece stacca a quota 34%. Ed è Novara a chiudere la carrellata, mostrando «dati negativi sotto ogni punto di vista». I motivi? Tanti. Dalla gestione che appare ancora «frammentata» alle tariffe troppo basse. Rispetto a Mediterranea e Smat, per esempio, ha fatto «molti meno investimenti». Del resto la stessa società sa di averne bisogno «ma di non possedere le risorse finanziarie adeguate». Insomma, Novara «si scontra con un alto livello di morosità e tariffe bassissime, più utili a soddisfare esigenze politiche che a migliorare effettivamente il rapporto tra costi e ricavi e gli investimenti pro-capite». Il modello pubblico, insomma, secondo l’indagine, funziona solo a determinate condizioni. «Smat - dice Stagnaro - ci ha stupito per la sua efficienza. Dal nostro punto di vista è promossa a pieni voti. Ma se la si inserisce in un contesto più ampio viene da chiedersi se e quanto sia un’eccezione o un caso comune di pubblico efficiente. La mia sensazione è che non sia così».