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 2011  giugno 07 Martedì calendario

Agenzie di proprietà: così il sistema camorra decide i risultati - Che impressione il calcio scommesse taroccato dal Garigliano in giù

Agenzie di proprietà: così il sistema camorra decide i risultati - Che impressione il calcio scommesse taroccato dal Garigliano in giù. Qui in terra di camorra la vita vale davvero poco. Ecco cosa si dicono al telefono due galantuomini: «Se prende i soldi e poi lo Stabia non vince, dobbiamo solo ucciderlo». Benvenuti nella calciopoli del Vesuvio, che promette sfracelli, che, modestamente, quando sarà nota a confronto quella di Cremona farà sorridere. Perché qui i soldi, il profitto, le minacce, la paura, l’imbroglio sono elevati a sistema. Ed è un sistema dove interessi criminali si saldano a quelli illegali. È come ai tempi del contrabbando di sigarette quando per l’acquisto di una partita di «casse» investivano professionisti insieme a camorristi. Questo vale oggi per il mondo delle scommesse, con la camorra che decide se fare «banca», se gestire in modo privato le scommesse, e quindi vincere soldi puliti o, piuttosto, utilizzare le giocate ufficiali attraverso le agenzie ufficiali. Attenzione qui c’è un passaggio importante: la camorra rileva una agenzie di giocate e invece di dare la percentuale, l’aggio, allo Stato, fa il colpaccio di rastrellare la cassa dell’agenzia abbandonandola e acquisendone un’altra. Questo è un sistema che vive e che ha la sua base sociale in quell’inferno, o se preferite in quella Cayenna che è il cosiddetto calcio minore. E da qui poi si estende, fa le sue incursioni nelle serie maggiori, nella A e B. Davvero giocare a Nocera, Castellammare di Stabia o a Sorrento è diventato un incubo. Una sofferenza. In quegli spogliatoi deserti di fan o di tifosi, uno sguardo racconta tutto. Quello che se non vince muore racconta della partita taroccata Juve StabiaSorrento, del 5 aprile del 2009, che ha portato all’arresto in carcere di un giocatore, Cristian Biancone, 34 anni, e di altri 22 malacarne che ruotano attorno al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, e delle sue attività. E che vede indagato anche l’attuale portiere dell’Andria, Spadavecchia, allora del Sorrento, che per mantenere fede all’esito della partita taroccata, si esibì in una papera da mettersi vergogna per tutta la vita. È questa l’inchiesta su camorra e totoscommesse dei pm Pierpaolo Filippelli e Sergio Siragusa e del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, che oggi conoscerà una ulteriore accelerazione con un paio di interrogatori romani di persone informate dei fatti. Nella sostanza, il clan D’Alessandro era diventato, attraverso prestanomi, titolare delle agenzie di scommesse di Castellammare e di Sorrento «Intralot», oggi chiuse dopo la retata della Procura di Napoli insieme a un sito telematico di scommesse non ufficiale, «Milanobet.com». E gli sviluppi di questa inchiesta porterebbe anche alla serie A. Come sarebbero al centro delle attenzioni del pool coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, altre partite della A. È questa la seconda indagine sulla nuova calciopoli. Che ha come ipotesi investigativa la frode nelle competizioni sportive. Insomma, il totoscommessa taroccato. Questa seconda inchiesta vedrà nei prossimi giorni la convocazione di diversi testimoni. Probabilmente si tratta di persone coinvolte anche nella inchiesta di Cremona. L’indagine napoletana nasce nell’ambito del gruppo di lavoro sul tifo violento. E in alcune intercettazioni si chiamerebbero in causa giocatori e partite truccate. E, dunque, si tratta di approfondire e di trovare riscontri a quelle che potrebbero essere delle «millanterie». Insomma, dimostrare che una partita si è conclusa con quel risultato perché taroccata non è semplice. Prendiamo per esempio il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che al termine di Lazio-Juve si è lamentato facendo allusioni: «Sento un tintinnio di manette come ai tempi di Mani Pulite...». I pm della inchiesta su camorra e totoscommesse l’hanno subito convocato: «Nulla so - ha detto alla vigilia della retata di Cremona - era meglio quando c’era il totocalcio...». E probabilmente Lotito sarà risentito a Napoli. Ecco, spesso gli inquirenti e gli investigatori si ritrovano di fronte a silenzi, a ridimensionamenti di affermazioni fatte in altre occasioni. O a confidenze che non possono avere sviluppi dal punto di vista giudiziario. Come nel caso della informativa sul clan degli Scissionisti, quella che ha visto coinvolto Mario Balotelli e il suo tour con ciceroni imprensentabili a Scampia. E Balotelli ha chiesto scusa, si è giustificato. E anche la ciccia di quell’informativa, le partite taroccate, allo stato attuale è aria fritta.