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 2011  giugno 08 Mercoledì calendario

DeNiese Danielle

• Melbourne (Australia) 11 aprile 1979. Soprano • «[...] È un perfetto esempio dei nuovi soprani “global”, frutto di un melting pot razziale (lei è americana ma nata in Australia da genitori che venivano dallo Sri Lanka, mischiando geni inglesi, olandesi e portoghesi: infatti è bellissima) ma anche culturale, per cui l’americana d’Australia canta soprattutto il barocco, ha debuttato in disco con un recital dedicato a Händel (bellissimo, per inciso), recita come un’attrice di prosa e collabora con entusiasmo con i registi innovatori invece di considerarli degli eversori. Ultimo tassello dell’identikit: a parte un piccolo passaggio al San Carlo di Napoli (Amore nell’Orfeo di Gluck, figuriamoci), in Italia la De Niese non canta, perché, come tutti sanno, i nostri teatri si muovono tardi, non sono mai al corrente di quel che succede nel resto del mondo, eccetera eccetera. [...]”» (Alberto Mattioli, “La Stampa" 3/8/2008) • «[...] di casa al Metropolitan di New York e al Covent Garden di Londra, capace di impensierire le illustri colleghe Angela Gheorghiu e Anna Netrebko [...] quanto conta la bellezza nella sua carriera? “Essere belli non è un merito, è un dono che si è ricevuto. Non nego, però, che il mio aspetto mi aiuta in un periodo in cui in scena ci viene richiesta una maggior fisicità nella costruzione del personaggio. Ma anche se siamo nella società dell’immagine, per via dei grandi passi fatti dalla tecnologia, la musica non può passare in secondo piano. Lo dice la storia: la carriera di chi preferisce puntare sulla bellezza piuttosto che sul canto dura poco” [...]» (Pierachille Dolfini, “Avvenire” 6/8/2009) • «Il “Times” di Londra, non ha peli sulla lingua: “Una superstar, una flessuosa bomba sexy, danzante e cantante”. Pure il serioso “Financial Times” non scherza, scrivendo di una straordinaria capacità seduttiva nei confronti del pubblico. Galeotta fu l’interpretazione di Cleopatra nella produzione del Giulio Cesare di Haendel curata da David McVicar al Festival di Edimburgo, in vesti ora seriche e morbide, ora sgargianti e voluttuose, le sinuose spalle e braccia volentieri scoperte: da allora [...] con il suo conturbante fascino esotico, frutto pure di genitori provenienti dall’Olanda e dallo Sri Lanka, è una delle favorite del pubblico anglosassone. Ma galeotto fu anche il repertorio di cui è ormai riconosciuta alfiera, perché il successo le è arriso in ruoli ancora di rara frequentazione nelle nostre lande quasi esclusivamente pucciniane, verdiane [...] Perché l’aspetto esteriore non basta da solo a spiegare le lusinghiere critiche degli specialisti del settore. [...]» (Riccardo Lenzi, “L’espresso” 11/10/2007).