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 2011  giugno 07 Martedì calendario

FLAVIA AMABILE



Forse ricorderete che la scorsa settimana la Cassazione ha dato il via libera al referendum sul nucleare ma ha anche disposto che si faccia su un nuovo quesito. Si andrà a votare, quindi, e si esprimerà la propria preferenza, ma non sulle centrali nucleari. Nella domanda ora si parla della nuova Strategia energetica nazionale.

"Un mostro giuridico", lo definisce il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia. "I cittadini saranno chiamati ad abrogare con il loro voto due norme. La prima riguarda il coordinamento con l’unione Europea sulla sicurezza degli impianti e che impedisce esplicitamente la localizzazione delle centrali nucleari in Italia. La seconda norma obbliga il Governo ad assumere, entro 12 mesi, una strategia energetica nazionale: abrogandola si sancisce che l’Italia non debba avere una politica energetica".

Abrogate le alternative al nucleare con il Sì - prosegue Saglia - "gli elettori saranno invitati ad abrogare norme che avrebbero favorito decisioni alternative al nucleare stesso. E’ un paradosso inaccettabile".

A questo punto se dovesse vincere il Sì, sostenuto dagli antinuclearisti, il Governo non sarebbe autorizzato ad adottare la Strategia energetica nazionale, cioè il piano generale con cui si decidono gli investimenti, le priorità, i settori su cui investire, comprese le energie rinnovabili.

Se dovesse vincere il No, il governo potrebbe adottare la Strategia energetica nazionale. Anche il nucleare, terminata la moratoria di un anno decisa dall’esecutivo.

Aggiornamento delle 18

I Comitati per il Sì escludono che vi sia qualsiasi possibilità di equivoco.

“In assenza di argomentazioni valide contro il nucleare – spiega il Comitato - il pretesto per insinuare dubbi sul referendum è l’abrogazione, proposta dal nuovo quesito, del comma 8 dell’articolo 5 del decreto Omnibus”. Il comma, ricorda il Comitato, fissa a 12 mesi dall’approvazione del decreto il varo della strategia energetica nazionale. “Ma se viene cancellato il comma non viene mica cancellata la strategia nazionale. E chi lo afferma ignora, o fa finta di ignorare, che il Piano energetico è previsto da una legge (la 133) del 6 agosto 2008”. Rispetto alla quale, sottolinea il Comitato, “il governo è in ritardo di due anni e mezzo”. Piuttosto, conclude il Comitato, “il Ministro Romani dica dov’è la Strategia Energetica, senza il nucleare, che ha pubblicamente promesso prima dell’estate, dopo che la stessa era stata promessa dal ministro Scajola nel precedente governo Berlusconi, dal governo Prodi e di nuovo dal ministro Scajola nell’attuale Governo a più riprese".







Ecco il nuovo quesito


Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?

ll comma 1 soggetto a referendum prevede: “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”.

Il comma 8 prevede: “Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei ministri (...), adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l’incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell’energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell’Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali”.