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 2011  giugno 07 Martedì calendario

LA MUSICA VA SULLA NUVOLA I BRANI NEL "PARCHEGGIO" VIRTUALE - NEW YORK

Finiremo tutti con la testa tra le nuvole. Ma sarà la nostra salvezza: tecnologica. Faremo una foto con l´iPhone e la ripescheremo sul Mac. Scriveremo un appunto a casa e lo ritroveremo sulla scrivania del pc in ufficio. Compreremo la canzone intercettata al bar e la ascolteremo sullo stereo del salotto. Tutto grazie al "cloud", la nuvoletta. Anzi all´iCloud, come Apple ha ribattezzato - con la "i" che dall´iPod all´iPhone etichetta i suoi prodotti - l´archivio virtuale per tutti.
Steve Jobs riemerge dal ritiro per malattia per annunciare a San Francisco l´ultima rivoluzione. L´uomo che aveva sfidato Bill Gates, l´innovatore che aveva disegnato il computer dal volto umano, con le finestrelle e l´interfaccia grafica invece dei numeri senz´anima, muove adesso all´attacco dell´ultima Bastiglia. Il computer diventerà uno strumento come gli altri, dice Jobs, non sarà più centrale. Questo sistema ha funzionato per dieci anni, tutto finiva lì dentro, musica, foto, video: «Ma tenere sincronizzati tutti i nostri apparecchi ci faceva uscire pazzi».
Adesso, invece, «Apple ha una grande soluzione: portare il centro, l´hub, sulla nuvola». Come funziona? iCloud permette di salvare i nostri archivi appunto sulle nuvole, cioè tre potentissimi cervelloni per cui Apple ha già speso mezzo miliardo di dollari. «Ma la nuvola è molto più che un hard disk in cielo», dice Jobs. La parola magica è sincronizzazione. E velocità. Già adesso, per esempio, Amazon e Google, che ha lanciato una versione sperimentale, permettono di archiviare la musica online, e ascoltarla quindi a casa, sul lavoro, in viaggio, sintonizzandosi sul web. Il problema, però, è che per "traghettare" sul web - è il verbo che usa Jobs - una intera biblioteca possono passare giorni. iTunes in the Cloud, invece, non trasferisce niente.
Il servizio "scan and match" permette di leggere il nostro archivio e confrontarlo con i 18 milioni di canzoni già presenti nel negozio virtuale della Mela, iTunes appunto. Grazie a un accordo con le multinazionali della musica - dalla Sony alla Universal - Apple dà la possibilità di accedere al proprio megarchivio. In parole povere: il disco che gira su quel giradischi particolare che è il computer non è il nostro, ma quello conservato nell´archivio di iTunes. Prezzo: 25 dollari all´anno.
Ma non c´è solo musica. iCloud Backup consente di salvare tutti i contenuti (video, foto) sui diversi apparecchi Apple contemporaneamente: dal Mac all´iPhone passando dall´iPad. ICloud storage permette invece di salvare in automatico i documenti: cominciamo a scrivere una lettera sull´iPad e ce lo ritroviamo sul Mac. E poi Photostream: la foto scattata con l´iPhone finisce già sul Mac. Tutto online: liberando spazio e memoria su computer e telefonini. Liberando soprattutto la nostra vita: addio cavi e fili. Da quando? Il lancio avverrà in autunno, ma la "nuvola" di iTunes sarà disponibile negli Usa da subito. Gli esperti dicono che è una rivoluzione vera: Apple, come ha sempre fatto, semplifica la tecnologia - ieri ha presentato anche i nuovi sistemi operativi per computer e telefonini - portando un concetto astruso come il cloud alla portata di tutti.
Ma allora perché Wall Street reagisce punendola? La buona notizia era già nota - e il titolo era infatti salito. Ma il mercato si aspetta sempre più. iCloud, per esempio, non comprende l´atteso servizio di streaming. Continueremo cioè a comprare le canzoni, non potremo abbonarci - come si fa con Rhapsody e Napster - per ascoltare quello che vogliamo. Qui, l´accordo con le case discografiche sarebbe stato troppo oneroso. E Apple potrà anche avere la testa tra le nuvole: ma ha i piedi saldamente puntati per terra.