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 2011  giugno 07 Martedì calendario

Belotti Daniele

• Bergamo 11 febbraio 1968. Politico. Leghista. Assessore all’Urbanistica della Regione Lombardia • «Alla prima Pontida, nel 1990, Daniele Belotti era un militante iscritto al partito da un paio d’anni e senza altri precedenti politici: “Alla Lega — dice — sono arrivato vergine”. Semmai, era più noto come ultras dell’Atalanta. [...] La Lega l’ha scoperta a scuola: “Per me, era stata la reazione a tutti i professori meridionali e comunisti — ma soprattutto incapaci— che cercavano di indottrinarci. Poi vidi quel manifesto: ‘Basta con la scuola coloniale’. E improvvisamente — ridacchia— la mia scuola si riempì di adesivi del Carroccio...”. La prima Pontida fu una sorpresa: “Il trovarsi insieme per la prima volta tra simpatizzanti e militanti di tutto il nord fu incredibile. Non eravamo nel prato di oggi ma in uno spazio molto più piccolo, oggi c’è un parcheggio. Ma il vederci lì, così tanti, dal Veneto e dal Piemonte, fu una grande emozione”. Di quell’anno Belotti ricorda bene uno striscione: “Qui o si disfa l’Italia o si muore. L’avevano portato dei piemontesi” [...] nei primi anni si presentava insieme a un gruppo di amici travestito da crociato: “È una delle cose che preferisco della Lega, come dello stadio: vedi professionisti, persone che hanno anche una certa posizione, che si trasformano. E presi dalla passione si svegliano alle tre del mattino e si mettono le corna sulla testa”. Per Belotti, tuttavia, la Pontida più importante di quegli anni fu la seconda, nel 1991: “Fu l’anno della proclamazione della repubblica del Nord”. Erano le primissime avvisaglie di qualcosa che sarebbe maturato diversi anni più tardi: “Nel 1993, causa maltempo, una Pontida fu spostata all’ultimo momento a Curno. E lì, per bocca di Gianfranco Miglio, ci fu la prima dichiarazione di stampo indipendentista. Il professore battè i pugni sul leggìo e disse ‘Se non ci danno il federalismo ce ne andremo’. Ed esplose il capannone”. La Pontida maggiore di quegli anni “fu però quella del 1996 [...] con la Lega che per la prima volta aveva sfondato il muro del 10% dei voti. Mentre quella del 1997, anticipò la Venezia della secessione. Ma per noi fu un massacro” [...]. Belotti ha un solo rimpianto: “Non aver mai fatto quella cosa lì sul prato. Ai primi raduni, lavoravo come un mulo. Oggi, mi ci vede ad andar sul prato? Però, che invidia quando vedo le tende dei ragazzi che dormon lì la notte prima del raduno...”» (Marco Cremonesi, “Corriere della Sera” 19/6/2010).