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 2011  giugno 07 Martedì calendario

IL FATTO DI IERI - 7 GIUGNO 1925

Nero come vocazione necrofila, nero come il destino del Paese, nero come il Ventennio. È il nero, il colore simbolo del fascismo, adottato di prepotenza nel suo indumento simbolo, la camicia nera. Una divisa che comincia a entrare nel guardaroba fascista già nel ’24, quando Mussolini, in un discorso al Parlamento, ne esalta i connotati mistici, arrivando a minacciare l’arresto per chi l’avesse indossata impropriamente. “La camicia nera non è camicia per tutti i giorni …è una tenuta da combattimento” tuonerà poi nel giugno ’25 a un congresso del PNF e da quel momento, inquadrata di diritto nello Statuto del Partito, sarà uno dei dieci comandamenti del regime. Dapprima sovversiva, poi ufficiale, la nuova mise, trasandata nella Marcia su Roma, un po’ dandy con ghette bianche per il primo Mussolini, setosa con gemelli d’oro per i fascisti “bene”, entrerà poi nell’esilarante Vademecum di Starace. Da portare per obbligo solo il sabato, mai col collo inamidato o con le maniche arrotolate, da non abbinare mai col cilindro, pantaloni a righe, giacche sgargianti o cravatte svolazzanti. Fino alla lugubre versione repubblichina, quando, corredata con teste di morto, la camicia nera suggellerà l’agonia del regime.
Giovanna Gabrielli