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 2011  giugno 07 Martedì calendario

ARRESTI E (QUASI) FALLIMENTI È LA MALEDIZIONE DI TERMINI


Qualcuno già comincia a chiamarla la maledizione di Termini Imerese. Non stanno, infatti, attraversando un momento di grande fortuna gli imprenditori prescelti per il rilancio dello stabilimento che la Fiat chiuderà a dicembre. Diciamola meglio. Da quando si sono proposti per rilevare l’impianto sono andati incontro a un vero periodaccio: qualcuno in galera, qualcun altro che danza sull’orlo del fallimento. Mancano meno di sei mesi al cambio della guardia ma dei futuri acquirenti, per il momento, parlano soprattutto le cronache giudiziarie e il bollettino delle proteste. Di progetti concreti si vede ancora pochino. Gli investimenti più importanti dovevano essere fatti dalla De Tomaso (un Suv con tecnologia rivoluzionaria), Cape Live (auto elettriche e batterie), Ciccolella (vivai e piante). Gli altri interventi hanno minor rilevanza industriale e generano poca occupazione.
Purtroppo le tre aziende più importanti stanno attraversando un momento abbastanza difficile. A marzo è finito in manette Corrado Ciccolella, presidente del gruppo. È accusato di avere manipolato un po’ di contributi europei. La settimana scorsa è toccato a Simone Cimino, il finanziere di origine agrigentina che ha fondato Cape Live. La Procura di Milano, accogliendo i rilievi di Banca d’Italia, ha riscontrato gravi irregolarità amministrative in una delle società del gruppo. Nel frattempo De Tomaso fa molta fatica a pagare gli stipendi dei 900 operai dello stabilimento di Grugliasco. La famiglia Rossignolo, proprietaria del marchio, se la prende con la Regione Piemonte che sta erogando con grave ritardo i contributi promessi per il rilancio.
Non c’è che dire. La situazione, per il momento si presenta, quantomeno, confusa.
A 170 giorni dal cambio della guardia è tutto ancora in alto mare. Ciccolella, nel frattempo, si è ritirata. Ufficialmente le disavventure del suo presidente non c’entrano. Il pretesto è stata la revisione dei contributi pubblici alle energie rinnovabili. Cimino è stato sostituito alla teste del gruppo Cape mentre De Tomaso aspetta un ignoto socio indiano pronto a mettere in questapartita ben 100 milioni.
Difficile capire come andrà a finire. L’unica certezza sono i contributi per 450 milioni messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione. Un piccolo tesoro che, probabilmente, fin dall’inizio è stato il vero motore che ha messo in movimento tanto interesse per la sorte dello stabilimento siciliano.
Di piani di rilancio, invece, è meglio non parlare. A meno che non si faccia avanti la Dr di Massimo De Risio. La fabbrica di Isernia, che riadatta un’utilitaria e un suv fabbricati in Cina, sei mesi fa ha presentato l’offerta fuori tempo massimo. E’ stata esclusa dalla lista. Oggi è l’ultima speranza per evitare il naufragio.

Nino Sunseri